Le tariffe 2025 comunicate oggi dal Consiglio Federale, si tratta del terzo rincaro consecutivo. Il nostro cantone ancora il peggiore.
BERNA - Doveva essere rincaro e così è stato. L'entità dello stesso ha però sorpreso, in negativo, soprattutto noi ticinesi.
Oggi, in conferenza stampa da Berna, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, ha comunicato il tasso d'incremento dell'assicurazione malattia.
Un (ingrato) compito, questo, ereditato dall'ex-collega Alain Berset che proprio l'anno scorso aveva comunicato un amaro + 10,5% per il Ticino.
A fronte delle speculazioni, che avrebbero voluto un aumento relativamente meno salato, la risposta di Berna è stata più amara del previsto: un +6% a livello nazionale, e uno straziante "bis" da +10,5% per quanto riguarda il nostro cantone, che totalizza per la seconda volta il rincaro peggiore di tutta la Confederazione.
Una sorpresa il "sorpasso", in negativo da parte del Ticino di cantoni che si stimavano sarebbero andati peggio, ovvero Giura (8,9%) e Glarona (9,2%).
Il «giusto» prezzo della salute - «L'annuncio dei premi delle casse malati è molto atteso, oserei dire quasi temuto», esordisce Baume-Schneider, «questo perché è una delle preoccupazioni maggiori della popolazione svizzera. Il peso economico di questa voce, infatti, incide sul budget di moltissime famiglie». Si tratta «di un aumento eterogeneo che interessa i cantoni in maniera diversa».
«La Svizzera dispone di un sistema di cure molto buono al quale è importante attribuire il giusto valore, questa qualità ha un prezzo e quest'ultimo si riflette - logicamente - sui premi», continua la consigliera federale.
La motivazione addotta dal Consiglio Federale, è sempre la stessa: l'apparentemente irrisolvibile spirale verso l'alto dei costi delle cure (+4,1% rispetto allo scorso anno) unito a un “buco” miliardario registrato dalle assicurazioni malattia nell'ultima annata.
Più cure, più farmaci e l'inflazione - «I costi sono saliti in tutti gli ambiti: dai trattamenti ambulatoriali passando per quelli ospedalieri, medicamenti e medici di base», spiega Baume Schneider, «in generale gli svizzeri hanno richiesto più cure - e più costose - e hanno assunto più farmaci».
Effetto aggravante dell'ultimo anno «è stata l'inflazione generalizzata che ha toccato anche il settore ospedaliero, medico e farmaceutico».
L'adeguamento tiene conto di diversi fattori, che ormai conosciamo bene: quello demografico (età della popolazione), geografico e della quantità di cure che una popolazione è solita usufruire. Sono basati su stime statistiche e ogni assicurazione malattia potrà decidere se, e come, applicarli.
Dal Cantone non ci sarà nessuna risposta - Se l'anno scorso il Cantone, per voce di Raffaele De Rosa, aveva tenuto una conferenza stampa post-annunci di Berna. Quest'anno, però, non sarà più così: «Non mi risulta che altri Cantoni tengano ancora questa conferenza stampa, perché l’aumento dei premi è materia quasi interamente di competenza e nelle mani della Confederazione», aveva dichiarato in intervista a tio.ch. La decisione era stata presa «dopo attenta riflessione», aveva confermato il direttore del DSS.
«Sono stata al telefono con il direttore della Sanità ticinese, che è il cantone più colpito», ha confermato in conferenza stampa da Berna Baume-Schneider, «è senz'altro una situazione difficile e complessa che però la politica, cantonale e federale, affronteranno nei prossimi mesi». Sempre la consigliera giurassiana, interpellata, ha confermato che «no, non si valuteranno compensazioni extra per il canton Ticino».
Va inoltre ricordato che le misure ipotizzate dal Consiglio di Stato per la manovra di rientro a fronte del disavanzo di 65 milioni del preventivo c'è anche un taglio non indifferente dei sussidi per la cassa malati, definiti «una delle principali voci di spesa». La misura di risparmio potrebbe toccare 2'700 persone e permetterebbe di risparmiare 10,5 milioni.
Non è l'unica novità a tema salute da Berna
Nella giornata di oggi agli Stati l'argomento cassa malati ha tenuto banco, con notizie però non per forza entusiasmanti per gli svizzeri, sani e ammalati. Da una parte i “senatori” hanno approvato la proposta di alzare la franchigia minima (oggi 300 franchi) suscitando l'indignazione della sinistra e delle parti sociali. Qualche ora prima, invece, sempre gli Stati avevano promosso l'allentamento di quello che viene chiamato “obbligo di contrarre”, ovvero l'obbligo che le assicurazioni malattia hanno nel rimborsare le prestazioni autorizzate. L'idea di base è quella di ridurre i costi sanitari ma anche qui, il fronte rossoverde si è mostrato critico.