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ZURIGOL'ex Ceo di Elvetino condannato a tre anni

25.10.24 - 09:52
L'uomo è stato riconosciuto colpevole di avere attinto a piene mani dalle casse dell'azienda assieme a due complici.
keystone-sda.ch / STF (GAETAN BALLY)
Fonte ATS
L'ex Ceo di Elvetino condannato a tre anni
L'uomo è stato riconosciuto colpevole di avere attinto a piene mani dalle casse dell'azienda assieme a due complici.

ZURIGO - L'ex Ceo di Elvetino, un 68enne di Zugo, è stato condannato oggi dal Tribunale distrettuale di Zurigo a tre anni di reclusione, due dei quali sospesi, per aver attinto a piene mani dalle casse dell'azienda. Due suoi amici e soci in affari sono stati condannati a rispettivamente 24 e 12 mesi con la condizionale. I tre dovranno pagare un totale di 100'000 franchi tra multe e risarcimenti.

L'ex responsabile di Elvetino - società che si occupa della ristorazione ferroviaria interamente controllata dalle FFS - è stato riconosciuto colpevole in particolare di appropriazione indebita, tentata truffa e amministrazione infedele. Uno dei due soci è stato condannato per complicità in amministrazione infedele, l'altro per ripetuta truffa e corruzione attiva. Le sentenze non sono ancora definitive.

Durante il processo il procuratore aveva chiesto nei confronti dell'ex direttore - che nella primavera del 2019 ha passato un mese in detenzione preventiva - una condanna a tre anni e otto mesi di detenzione. Durante la requisitoria erano anche stati chiesti 24 e 18 mesi sospesi per i due complici, un 78enne ingaggiato come consulente e un 68enne che si è occupato di importazioni dalla Cina.

Gli avvocati dei tre imputati hanno tutti chiesto il proscioglimento dei rispettivi assistiti. Uno dei due legali dell'ex Ceo ha ad esempio sostenuto che l'azienda non ha subito alcun danno economico.

Causale del bonifico: «Raccolta di patate»

Stando all'atto d'accusa, poco dopo essere entrato in Elvetino, nel 2011, il nuovo Ceo assunse come consulente un vecchio amico, titolare di un diploma di commercio e marinaio di professione. Quest'ultimo usava fatturare le sue consulenze per Elvetino a una tariffa giornaliera di 2500 franchi. Nel corso degli anni, l'amico ha così guadagnato quasi un milione di franchi.

Nel 2015, il Ceo si accordò inoltre con l'amico affinché quest'ultimo gli restituisse il 20% del compenso come «ringraziamento» per i vari incarichi. A questo scopo, il consulente usava indicare come causale dei vari bonifici la «raccolta di patate o la raccolta di mango». In questo modo l'ex Ceo avrebbe intascato illegalmente 107'250 franchi.

Importazioni dalla Cina e tartufi in Ungheria

Insieme a un altro amico, un collega conosciuto in un club di pallamano, l'ex direttore di Elvetino ha inoltre fondato una società che importava articoli per la ristorazione dalla Cina. Società che avrebbe poi venduto gli articoli a Elvetino a prezzi notevolmente gonfiati.

L'imputato è inoltre accusato di avere usato soldi dell'azienda per entrare nel commercio di tartufi in Ungheria e per creare una fondazione per gli orfani in Uganda, nel cui consiglio di amministrazione sedevano solo egli stesso e il suo vecchio amico «consulente».

Fra le altre accuse quella di essersi aumentato lo stipendio e di aver sperperato ingenti somme di denaro per le spese e per viaggi privati di lusso con la sua compagna.

L'uomo fu poi licenziato con effetto immediato dalle FFS nel 2017, adducendo come motivi la fine del rapporto di fiducia e non meglio precisate violazioni di legge. Le accuse nel confronti del 68enne emersero soltanto in vista del processo.

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