Le storie delle donne ucraine alle prese con la ricerca di un impiego in Svizzera
BERNA - «Entro la fine dell’anno, si auspica che il 40% delle donne ucraine abbia un lavoro». Il desiderio dell’esecutivo federale, però, al momento, è ben lontano dall’essere realizzato. Secondo la SEM, la percentuale di occupazione è ferma al 30%.
La storia di Alina - Il Blick ha raccolto le storie di alcune donne provenienti dal Paese dell'est e della loro difficoltà nel trovare un impiego. «Ho inviato più di 1’000 domande senza successo. Io non volevo essere un peso per la Svizzera. Poi, finalmente, ho ricevuto una telefonata e ho ottenuto un impiego. Ma non è stato facile», ha spiegato Alina, 26 anni, che ha dovuto attendere anche un mese per il permesso di lavoro.
Il corso di tedesco - Miroslava, 56 anni, è ancora alla ricerca di un posto fisso: in questi mesi ha fatto le pulizie in una fabbrica. «Sotto questo aspetto, non ho ricevuto aiuti o indicazioni da parte delle istituzioni - racconta - sono stati i privati e le ONG a starmi vicino. Mi sono iscritta a un corso intensivo di tedesco per principianti e ho chiesto una mano per scrivere la lettera di presentazione». La donna, in patria, era un insegnante: «Molti dei miei conoscenti e allievi sono caduti in guerra».
La proroga - Lo statuto S, è bene ribadirlo, verrà mantenuto, perlomeno fino al 4 marzo del 2026. Lo ha deciso il 4 settembre il Consiglio federale, prorogando al contempo fino a tale data anche le misure di sostegno per i titolari. «La condizione per la revoca di questa misura di aiuto è una stabilizzazione duratura della situazione in Ucraina e quindi l'assenza di una situazione di grave pericolo generale», ricorda il Governo in una nota. «I recenti sviluppi mostrano però che attualmente una tale stabilizzazione non è prevedibile e occorre attendersi altri atti bellici sull'intero territorio ucraino».