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VAUDCarcere a vita per Claude D.

24.03.16 - 14:59
La giustizia ha espresso il suo verdetto: il carnefice è stato condannato all'ergastolo per l'assassinio di Marie
Carcere a vita per Claude D.
La giustizia ha espresso il suo verdetto: il carnefice è stato condannato all'ergastolo per l'assassinio di Marie

LOSANNA -  Claude D., il 39enne accusato di aver ucciso la 19enne Marie nel maggio 2013 a Payerne (VD), è stato condannato oggi all'ergastolo e all'internamento a vita, come chiesto dal pubblico ministero. Il Tribunale criminale della Broye e del Nord vodese ha così pronunciato la pena più severa in Svizzera al termine del processo che si è tenuto a Renens (VD) per questioni di spazio. Secondo il procuratore generale "la giustizia ha funzionato", "un sollievo" per la famiglia della ragazza, mentre la difesa ha già dichiarato che farà ricorso.

Il tribunale ha riconosciuto una schiacciante colpevolezza dell'imputato. "Non ci sono elementi a sua discolpa. L'accusato è pienamente responsabile dei suoi atti", ha detto oggi il presidente della Corte Sébastien Schmutz, durante la lettura della sentenza. Inoltre, "non può essere sottoposto a lungo termine a una terapia. Il rischio di recidiva è estremamente elevato", ha aggiunto.

L'uomo è ritenuto colpevole di assassinio, coazione sessuale, sequestro di persona e rapimento così come di gravi violazioni del codice stradale.

Per la Corte è chiaro che l'imputato non ha sopportato che Marie volesse porre fine alla loro relazione. È stato ferito nell'ego e ha ucciso la sventurata. Ha agito in maniera premeditata, a sangue freddo e senza scrupoli.

Marie, che intratteneva da poco una relazione con Claude D., venne da lui rapita il 13 maggio 2013. L'uomo la costrinse con la forza a salire sulla sua automobile, la legò con del nastro adesivo e se ne andò. Nel corso della notte strangolò la giovane e abbandonò il suo corpo in un bosco di Torny-Le-Grand (FR), vicino a Payerne. Claude D. venne arrestato il giorno seguente a Vaulruz, nel canton Friburgo, dopo un inseguimento da parte della polizia.

L'accusato ha dato prova di una freddezza glaciale. In nessun momento ha espresso rimorso per ciò che ha fatto, secondo la Corte. Incapace di empatia, non ha mai smesso di infangare il ricordo di Marie facendola passare per una donna di facili costumi.

Dall'estate precedente ai fatti l'uomo stava terminando di espiare, con un braccialetto elettronico, una condanna a 20 anni di reclusione inflittagli nel giugno 2000 per aver ucciso la sua ex compagna con diversi colpi di pistola, quando aveva soli 22 anni.

Claude D. è "un assassino seriale che uccide tante volte quante ne ha la possibilità", ha aggiunto il presidente del tribunale.

Procuratore generale "la giustizia ha funzionato" - "La giustizia ha funzionato", ha dichiarato oggi Eric Cottier. Il procuratore generale vodese si è rifiutato di parlare di soddisfazione: "C'è una persona morta e un'altra in prigione a vita", ha commentato, "vi sarebbe un'assenza di umanità da parte mia se dicessi altre cose".

"È la prima volta che nel canton Vaud viene pronunciato l'internamento a vita. Spero che un caso di una tale gravità non avvenga più", ha aggiunto Cottier.

"Gli esperti psichiatrici (che hanno esaminato Claude D., ndr) non hanno preso il posto dei giudici nel processo". Il tribunale ha esaminato "in profondità" le perizie e ha stilato le sue conclusioni, ha fatto sapere.

"È stato un immenso sollievo per la famiglia (di Marie, ndr)", ha detto il suo legale Jacques Barillon.

Difesa giudica sentenza "populista" e annuncia ricorso - La difesa di Claude D. ha invece già fatto sapere che farà appello contro la sentenza appena emessa, che giudica "inaccettabile". Il tribunale ha preso oggi "una decisione populista che mira a soddisfare l'opinione pubblica", ha dichiarato uno dei legali dell'uomo.

L'avvocato ha severamente criticato il tribunale criminale per non aver verificato la compatibilità del suo verdetto con i regolamenti della Corte europea dei diritti dell'uomo.

Un altro legale di Claude D. ha da parte sua parlato di "condanna glaciale" e di una crocifissione del suo assistito. "La lotta continua, fino a Strasburgo se necessario", ha aggiunto.

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