La secondina svizzera che era fuggita con Hassan Kiko è stata rilasciata in quanto secondo le autorità zurighesi non sussiste pericolo di fuga e inquinamento delle prove
ZURIGO - È stata rilasciata la secondina svizzera che lo scorso mese di febbraio era fuggita con un detenuto dalla prigione di Dietikon (ZH). Secondo le autorità zurighesi non sussiste pericolo di fuga e inquinamento delle prove, ma la procura non è d'accordo.
Il Tribunale cantonale zurighese ha deciso ieri sera a sorpresa il rilascio e la 32enne, che si trovava in detenzione preventiva dopo l'estradizione dall'Italia, ha potuto tornare libera oggi. I giudici hanno accolto la richiesta dell'avvocato della donna.
La secondina non ha precedenti e probabilmente verrà condannata con una pena con la condizionale, ha indicato un rappresentante della corte ai giornalisti. Per questo i giudici hanno ritenuto che potesse essere rilasciata.
Il Ministero pubblico è di tutt'altro parere. La decisione è poco comprensibile, ha detto la procuratrice incarica del dossier, Claudia Wiederkehr, all'ats. La fuga in Italia dimostra che esiste un reale rischio che la donna scappi di nuovo.
La secondina è stata arrestata il 25 marzo a Romano di Lombardia (Bergamo) assieme al detenuto siriano con cui era fuggita e di cui si era invaghita. Sui due amanti pendeva un ordine di cattura internazionale, dopo l'evasione nella notte tra l'8 e il 9 febbraio dalla prigione di Dietikon (ZH), dove il siriano scontava una pena a quattro anni di carcere per stupro.
In un video-messaggio pubblicato qualche giorno prima dell'arresto da 20minuten.ch, la donna aveva affermato che la sua è stata una fuga d'amore con "l'uomo della mia vita". Secondo quanto hanno affermato i carabinieri, al momento dell'arresto i due erano in procinto di partire per il Medio Oriente.