Parla Angela Magdici, la guardia carceraria che è fuggita con il detenuto Hassan Kiko: «La decisione della fuga è stata presa solo la sera prima»
ZURIGO - Angela, la guardia carceraria fuggita con il detenuto siriano dalla prigione di Limmattal, in febbraio, ha confessato di aver agito così perché Hassan Kiko, 27 anni, sarebbe stato giudicato a breve. Era stato condannato lo scorso 3 dicembre in prima istanza a quattro anni di prigione per stupro.
«L’idea dell’evasione mi è venuta per la prima volta dopo la condanna» ha dichiarato Angela in un’intervista alla Weltwoche. Contrariamente a Kiko, la donna è stata rimessa in libertà in attesa del processo.
Secondo Angela il suo amante «è stato condannato per dei reati che non ha commesso. Non è innocente, ma non è nemmeno il delinquente sessuale senza scrupoli, come è stato descritto». La guardia carceraria spera che il verdetto sarà «corretto» dal tribunale cantonale zurighese, che ha ricevuto il ricorso.
Altre ragioni hanno influito nella decisione di fuggire con Kiko. Angela cita la situazione con suo marito, con cui era separata, e il fatto che Kiko sarebbe stato presto «trasferito». Inoltre racconta che la decisione è stata presa solo «la notte prima dell’evasione».
Evasione «molto semplice» - Angela non fornisce molti dettagli, ma spiega che «la fuga è stata molto semplice, almeno a livello tecnico». E la scelta della destinazione nel nord Italia? «È stata scelta piuttosto a caso». I due fuggitivi non hanno ricevuto nessun aiuto esterno nella loro impresa.
Durante la fuga, hanno trascorso «una vita normale». «Abbiamo praticato molto sport, numerose passeggiate, cucinavamo insieme e parlavamo molto». Ma la guardia carceraria ha capito che «non si poteva continuare così». Kiko, ad esempio, ha cercato un impiego presso un parrucchiere, «ma abbiamo constatato che senza i documenti era praticamente impossibile».
«Se dovesse essere espulso, lo seguirò» - Angela riconosce anche che aver fatto un video, poi arrivato a tutti i media, «è stata una mossa ingenua. Volevamo semplicemente far vedere che le cose non stavano come molti pensavano». Afferma inoltre che molti fatti e elementi scritti a proposito della loro fuga «non erano affatto veri», come ad esempio il fatto che volessero scappare per unirsi alla jihad.
La guardia carceraria è però contenta di aver ritrovato i suoi amici e parenti. Ma in ogni caso attenderà il suo amante. «Se dovesse un giorno essere espulso, lo seguirò».