L'uomo è accusato di aver ucciso una 19enne a Payerne nel 2013
LOSANNA - Dovrà pronunciarsi il Tribunale federale (TF) sull'ergastolo e sull'internamento a vita di Claude D., accusato di aver ucciso la 19enne Marie nel maggio 2013 presso Payerne (VD). L'uomo ha presentato ricorso in ultima istanza contro la sentenza della Corte d'appello del Tribunale cantonale vodese, che lo scorso 2 settembre aveva confermato la condanna inflittagli in primo grado.
Nel processo d'appello, tenutosi il primo settembre e durato una sola giornata, il 40enne imputato aveva di nuovo negato di aver agito con premeditazione e aveva sostenuto di non aver sorvegliato né molestato Marie prima dei fatti.
Da parte sua l'avvocato della difesa aveva definito "una condanna di stampo populista" quella emessa in primo grado il 24 marzo 2016 a Renans (VD) dal Tribunale della Broye, il cui presidente, durante la lettura della sentenza, aveva definito Claude D. un "serial killer" per il quale "non serve neppure una terapia a lungo termine, perché il rischio di recidiva è estremamente elevato".
Nella sua sentenza del 2 settembre, il Tribunale cantonale aveva considerato che l'internamento inflitto a Claude D. è compatibile con la Convenzione europea dei diritti dell'uomo (CEDU). Aveva inoltre rilevato che la possibilità di un riesame del caso, a determinate condizioni restrittive, non è escluso.
Nel caso Lucie, la 16enne ragazza alla pari friburghese uccisa nel marzo del 2009 da un pregiudicato a Riehen (AG), il TF ha annullato l'internamento a vita, considerando che l'uomo non è refrattario alle terapie. La decisione riguardo al caso vodese è dunque molto attesa.
La famiglia di Marie - riferisce il suo avvocato Jacques Barillon - "non è sorpresa dalla presentazione del ricorso". Secondo il legale, qualora non dovesse essere applicato a questo "assassino recidivo", l'internamento a vita dovrebbe essere soppresso dal Codice penale. Occorrerebbe inoltre "far sapere chiaramente ai cittadini che il loro parere non conta".
Claude D. era stato condannato nel giugno 2000 a 20 anni di reclusione per aver sequestrato, stuprato e assassinato la sua ex compagna a colpi di pistola nel gennaio 1998. Nell'agosto 2012 era stato posto agli arresti domiciliari con un braccialetto elettronico. Questi erano stati poi revocati in novembre - a causa tra l'altro di scritti pornografici pubblicati su internet - ma erano stati reintrodotti nel gennaio 2013 a seguito di un ricorso dell'interessato, al quale la giudice dell'esecuzione delle pene - che nel frattempo ha lasciato la magistratura vodese - aveva accordato l'effetto sospensivo.
Durante questo periodo aveva conosciuto Marie. Il 13 maggio 2013 l'uomo costrinse la ragazza a salire sulla sua automobile e la portò in un bosco di Torny-Le-Grand (FR), vicino a Payerne, dove la strangolò. L'uomo venne arrestato il giorno seguente dopo un inseguimento da parte della polizia.