L'imputato rimarrà nel reparto di psichiatria forense della clinica Rheinau, dove si trova da più di un anno. La sua situazione dovrà essere riesaminata ogni cinque anni
SCIAFFUSA - Misura terapeutica stazionaria per il forsennato che nel luglio 2017 fece irruzione nella filiale di una cassa malattia a Sciaffusa, ferendo due dipendenti con una motosega. Al processo di prima istanza, il 53enne è stato riconosciuto colpevole di tentato omicidio intenzionale plurimo.
Il Tribunale cantonale di Sciaffusa ha seguito la richiesta della pubblica accusa, che in considerazione della non imputabilità dell'uomo ha proposto la misura prevista dell'articolo 59 del Codice penale, il cosiddetto "piccolo internamento".
Ciò significa che l'imputato rimarrà nel reparto di psichiatria forense della clinica Rheinau (ZH), dove si trova da più di un anno, e che la sua situazione dovrà essere riesaminata ogni cinque anni. La perizia psichiatrica ha stabilito che l'uomo ha una grave schizofrenia allucinatoria paranoica e che senza una terapia esiste un forte rischio di recidiva.
I fatti - La vicenda approdata oggi in tribunale ha fatto molto scalpore: il 24 luglio 2017 l'uomo, un cittadino svizzero senza fissa dimora e con precedenti penali per possesso illegale d'armi, entrò nella filiale della CSS, di cui era cliente, e ferì con la motosega due dipendenti, uno dei quali in modo grave.
Due clienti della cassa malattia subirono uno choc e una terza persona riportò lesioni durante l'intervento degli agenti antisommossa. Il 53enne fu arrestato il giorno successivo a Thalwil (ZH), a circa 60 chilometri di distanza. In una borsa aveva due pistole-balestra e bacchette di legno appuntite.
L'imputato è stato accompagnato in aula con le mani legate da una cintura di cuoio e si è espresso in modo molto confuso, parlando di una «energia nera» di cui sarebbe in qualche modo posseduto. «Per i medici si tratta di una psicosi», ha dichiarato.
L'uomo riceveva da tempo una rendita di invalidità. Il fattore scatenante dell'attacco nella filiale della cassa malattia fu il mancato versamento di prestazioni per un incedente d'auto, risalente al 1999, per il quale aveva chiesto alla CSS un risarcimento milionario. Dal 2016 l'uomo viveva in un bosco del canton Zurigo, vicino al confine sciaffusano, all'interno di un furgone.