«Il responsabile sa di aver fornito delle informazioni sbagliate. Abbiamo cercato di contattarlo per tutto il giorno».
Tra perplessità sull'orario e critiche rimandate al mittente dal Cantone, la notizia ha alzato un polverone a Berna.
BERNA - Le autorità bernesi hanno rettificato il numero di persone che dopo aver frequentato tre discoteche della Città federale sono state costrette a un periodo di quarantena, poiché un avventore era risultato positivo al coronavirus. Dalle 1394 persone annunciate ieri sera, "solo" 1020 devono effettivamente isolarsi.
Il numero effettivo di persone in quarantena è stato oggetto di discussione sin dall'annuncio delle autorità.
L'obbligo di quarantena, nei confronti dei clienti di due dei locali - Taxiclub e Kapitel-Bollwerk - sotto la lente, riguardava solo gli avventori entrati dopo la mezzanotte di sabato scorso, rispettivamente 288 e 97 per un totale di 385 persone.
Cuba Bar: da 1'009 a 635 in quarantena - Il terzo club finito nel mirino è invece il Cuba Bar. Nei confronti di quest'ultimo locale il medico cantonale ha ordinato la chiusura. Secondo quanto annunciato ieri dalle autorità sanitarie, tutte le persone passate dal locale latinoamericano nel corso dello scorso weekend - 1'009 in totale - avrebbero dovuto andare in quarantena poiché alcuni dati sulla lista da compilare all'entrata erano sbagliati.
In un'intervista a 20 Minuten, il gestore del Cuba Bar ieri sera ha tuttavia indicato di aver inavvertitamente incluso il numero di ospiti dell'intera settimana e non solo quelli delle serate in questione. Il sistema utilizzato dal locale non ha registrato correttamente il check-out degli avventori. Una volta risolto il problema, il numero di ospiti per i quali è necessaria la quarantena è passato da 1'009 a 635.
Il caos dei dati, secondo il proprietario del locale, ha avuto luogo a causa di qualcuno del Cantone, che non avendo trovato l'elenco dei nomi corretto, ha inviato la lista degli avventori di tutta la settimana. «All'improvviso al telefono c'era un'altra voce che mi informava che dovevamo chiudere», ha detto, sorpreso, Güven.
Il Cantone ha però risposto prontamente picche alle argomentazioni del gerente: «Il responsabile sa di aver fornito delle informazioni sbagliate. Abbiamo cercato di contattarlo per tutto il giorno e ci siamo riusciti solo in serata», ha detto Gundekar Giebel, portavoce dei media del Dipartimento della Sanità.
I gestori dei club sono infatti obbligati a essere raggiungibili entro due ore da una richiesta per garantire la rintracciabilità dei contatti, ha poi spiegato Giebel, «e questo non è avvenuto per il "Cuba Bar", per questo abbiamo agito» con l'ordine di chiusura.
Giebel ha inoltre confermato questa mattina a "Blick TV" che le persone ancora considerate casi di quarantena sono "circa un migliaio". Considerando i dati degli altri due locali, il totale ammonta a 1020.