Prosegue l'inchiesta sulla creazione fraudolenta di attestazioni. Nelle scorse settimane c'erano stati quattro arresti
GINEVRA - A Ginevra, l'inchiesta sul traffico di certificati Covid falsi concerne finora oltre quattrocento pass sanitari truccati. L'informazione, rivelata dalla RTS, è stata confermata oggi dal Ministero pubblico ginevrino.
Nell'ambito di questa vicenda sette sospetti sono stati ascoltati e confrontati davanti alla procura del canton Ginevra. Le investigazioni proseguono e prossimamente ci saranno altre udienze, ha precisato il ministero pubblico. Stando alla RTS, questa emissione di certificati falsi avrebbe fruttato ai suoi autori più di 120'000 franchi.
Il procuratore generale Olivier Jornot ha svelato il caso a inizio mese nel corso di una conferenza stampa. Quattro persone sono state poi arrestate, tra cui alcuni militi della protezione civile (PC) che lavoravano in un centro di vaccinazioni. I membri della PC agivano insieme a intermediari incaricati di trovare clienti, raccogliere informazioni e incassare il denaro. Pure chi ha acquistato i documenti falsi rischia conseguenze penali.
Una poliziotta sotto copertura si è procurata un certificato Covid falsificato: è poi emerso che per ottenere il pass sanitario truccato bastava dare al venditore il proprio nome e la data di nascita. Jornot ha indicato che è impossibile distinguere un certificato rilasciato su questa base fraudolenta da uno autentico.
Tra i principali problemi emersi nel corso dell'indagine a Ginevra vi è la totale mancanza di supervisione nel rilascio dei certificati nel centro vaccinale in questione e il facile accesso alla password del computer. Per emettere il codice QR, bisogna connettersi al database dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), che rilascia una password che rimane valida per un giorno. Questo codice viene inserito nel computer al mattino e poi rimane liberamente accessibile, ha criticato Jornot.