È iniziato oggi il processo al 22enne che nel 2019 travolse con la macchina un'agente a Winterthur.
Il giovane si è dimostrato pentito e ha riconosciuto di necessitare di aiuto. «Se potessi tornare indietro non lo farei più. Oggi con i farmaci sto molto meglio». Non così la poliziotta che ancora oggi soffre delle conseguenze di quell'impatto.
ZURIGO - Si è aperto oggi a Winterthur il processo a un 22enne che nell'ottobre 2019 aveva investito una poliziotta per fuggire a un posto di blocco allestito nella città zurighese. Il giovane si è scusato per il suo gesto e ha riconosciuto di avere disturbi psichici per i quali necessita aiuto.
In una dichiarazione l'imputato ha affermato di non aver voluto travolgere l'agente con l'auto e di aver agito senza riflettere - un atteggiamento sbagliato e pericoloso. «Se potessi tornare indietro non lo farei più e spero che (la poliziotta) stia presto meglio» La donna soffre ancor oggi delle conseguenze dell'impatto e del volo che le sono quasi costati la vita.
Il 22enne svizzero, affetto da schizofrenia, vive attualmente in un reparto chiuso della clinica psichiatrica di Rheinau (ZH). «Oggi so che ho bisogno di medicamenti, sto molto meglio». Il giovane aveva iniziato a consumare droghe all'età di 14 anni, dapprima cannabis poi anche LSD e cocaina, cosa che gli ha causato psicosi e richiesto ricoveri in cliniche anche in passato.
Il 13 ottobre 2019 l'imputato aveva rubato un'auto di grossa cilindrata, una BMW 750 nera, da una rimessa a Neftenbach (ZH). La vettura era quindi stata localizzata a Winterthur, dove gli agenti hanno predisposto un posto di blocco. Giunto in prossimità dei poliziotti, il giovane si era dapprima fermato per poi ripartire a razzo, investendo in pieno la 39enne e sfiorando una collega, che era però riuscita a schivare l'impatto e a sparare un colpo di pistola in direzione del veicolo in fuga. L'autore del gesto era stato infine fermato dopo un inseguimento nei pressi di Hofstetten (ZH).
Il ministero pubblico l'accusa in particolare di tentato assassinio plurimo e chiede 12 anni di reclusione da scontare, da sospendere a favore di una misura stazionaria in base all'articolo 59 del codice penale, anche definita "piccolo internamento", come raccomandato dall'autore della perizia psichiatrica.
L'imputato vorrebbe invece seguire una terapia ambulatoriale presso il Centro per le misure per giovani adulti di Uitikon (ZH), cosa che gli permetterebbe di terminare il suo tirocinio di elettricista. La lettura della sentenza è prevista per l'8 marzo.