L'autorizzazione è stata rilasciata oggi dalla Segretaria generale del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP)
BERNA - Il procuratore federale straordinario Stephan Zimmerli può avviare un procedimento penale nei confronti dell'inquirente straordinario Peter Marti.
Prevale ancora la presunzione di innocenza, precisa una nota odierna del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP), la cui Segreteria ha autorizzato oggi l'avvio di indagini. A Keystone-ATS, Marti ha preferito non commentare la decisione.
Nel gennaio 2021, l'autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione (AV‐MPC) aveva nominato Peter Marti procuratore pubblico straordinario della Confederazione, incaricandolo di indagare su una possibile violazione del segreto d'ufficio in relazione al "caso Crypto AG". Nel frattempo è stata sporta denuncia contro Marti stesso. Per esaminare le accuse l'AV‐MPC ha nominato Stephan Zimmerli procuratore federale straordinario.
La denuncia
La notizia della denuncia contro Marti è diventata di dominio pubblico il 15 di settembre scorso, come indicato a suo tempo a Keystone-ATS dal Ministero pubblico della Confederazione che, per l'occasione, aveva trasmesso il dossier al AV-MPC.
Secondo le testate di Tamedia, la denuncia sarebbe stata sporta da Peter Lauener, ex responsabile delle comunicazioni del Dipartimento federale dell'interno (DFI), con l'accusa di abuso di autorità. Lauener era al centro dell'indagine avviata da Marti su una fuga di informazioni nel caso Crypto, relativa a un rapporto delle commissioni della gestione dell'Assemblea federale. Erano state proprio queste commissioni a sporgere denuncia per violazione del segreto d'ufficio nel novembre 2020.
La vicenda Crypto
La CIA e i Servizi segreti tedeschi BND avrebbero per decenni intercettato migliaia di documenti da più di 100 Paesi utilizzando macchine crittografiche della Crypto SA. Diversi governi si sono affidati alla società di Zugo per criptare le loro comunicazioni, ignorando che la società fosse di proprietà della CIA e del BND e che questi ne manipolavano la tecnologia per decodificarne le informazioni.
Stando a una indagine giornalistica della televisione svizzero tedesca SRF, della tv germanica ZDF e del quotidiano americano Washington Post, nel 1970 la Crypto sarebbe stata acquistata da CIA e BND attraverso una fondazione in Liechtenstein.
Secondo un rapporto della Delegazione delle Commissioni della gestione (DelCG), reso noto nel 2020 e oggetto della fuga di notizie in questione, i servizi segreti svizzeri sapevano fin dal 1993 che dietro la Crypto vi fossero la CIA e il corrispettivo tedesco BND. Il Consiglio federale era però all'oscuro di tutto. Malgrado ciò vi è una corresponsabilità politica delle autorità svizzere per le attività dell'impresa.
Il rapporto definisce inoltre verosimile che vi sia stata una collaborazione in materia di attività informative tra il Servizio informazioni strategico (SIS), l'organizzazione da cui è nato l'attuale il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC), e questi servizi d'informazione esteri.