La sentenza del Tribunale Federale nell'ambito di una situazione familiare difficile. La guerra concederà però alla donna una tregua.
FRIBURGO - C'è una sentenza destinata a far discutere. Ed è quella pronunciata e appena pubblicata dal Tribulale Federale.
Come riferisce oggi 20Minutes, la giustizia è infatti dovuta intervenire per regolamentare una separazione difficile, in un contesto di disagio e violenza domestica, con al centro una coppia attualmente divisa tra Svizzera e Israele.
La vicenda
Tutto comincia nell'agosto del 2022 con la decisione di una donna svizzera, che aveva approfittato di una visita fatta alla propria famiglia nel canton Friburgo per comunicare al marito la decisione di non rientrare più in Israele, dove la coppia viveva con due bambini.
Da questo momento inizia la battaglia legale, con il marito che chiede il rientro in Israele della donna e dei bambini. L'uomo punta la propria strategia processuale sul fatto che la giovane età dei figli non può certo coniugarsi con l'assenza da casa della madre, ergo chiede che tutti e tre lascino la Confederazione. La moglie, invece, come detto non concorda, denunciando a sua volta la mancanza di sicurezza in caso di rientro, a causa di violenze domestiche verificatesi all'interno della coppia.
La decisione
In tutto questo il Tribunale Federale ha deciso per il rientro in Israele, giustificandolo con l'esistenza delle condizioni base affinché mamma e figli lascino la Svizzera. Sostanzialmente la donna può contare su garanzie finanziarie che le permetterebbero di affittare un appartamento. Inoltre, non incorrerebbe in alcun procedimento penale, visto che nessuna denuncia per sottrazione di minore risulterebbe a suo carico.
Contro la decisione del Tribunale la donna ha fatto ricorso due giorni dopo l'attacco terroristico di Hamas. Circostanza che i giudici elvetici non hanno certamente ignorato, concedendole - come ricostruito da 20 Minutes - una tregua di tempo, perché al momento non è assicurato un «rientro sicuro». Ma in ogni caso la madre potrà, come extrema ratio, rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell'uomo per impugnare la sentenza.