Un adolescente di 17 anni è indagato per tentato omicidio intenzionale e per un possibile tentato stupro.
ARGOVIA - Tentato omicidio intenzionale e, forse, tentato stupro. Sono i capi di accusa che pendono su un adolescente svizzero di 17 anni di Baden (AG) per essersi introdotto di notte nella casa di un vicino, aggredendo la figlia più piccola di 9 anni, nella sua camera da letto. A riportare la notizia, il Blick che ha ricevuto la conferma dell'esistenza di un procedimento penale a suo carico da Adrian Schler, della Procura di Argovia. Attualmente il 17enne si trova in un centro giovanile per delinquenti.
L'aggressione era avvenuta la notte del 2 settembre del 2023. Stando ai fascicoli in possesso del quotidiano, l'adolescente, per il quale vale la presunzione di innocenza fino alla sentenza, quella sera era uscito e aveva bevuto. Aveva parlato con dei colleghi riguardo a delle prove di coraggio e si era poi incamminato verso casa attorno alle 3.45 del mattino, come da lui ricostruito durante l'interrogatorio. Lungo il tragitto, il giovane è passato davanti a casa della famiglia della bambina e ha deciso di fermarsi e di entrare, dalla porta del garage laterale che era stata lasciata aperta.
È salito poi al piano superiore. Durante l'interrogatorio ha ammesso di essere entrato in qualsiasi stanza, tra cui quella della bambina, socchiusa da una porta bianca. «L'ho semplicemente spinta», ha detto agli inquirenti. Durante l'interrogatorio ha sostenuto poi, essendo buio, che voleva farsi un po' di luce con quella del cellulare. Togliendolo dalla tasca, però, qualcosa è caduto sul pavimento, «probabilmente era il mio coltello» che ha svegliato la bambina. A quel punto, il 17enne voleva scappare, ma lei si è alzata e gli ha chiesto chi fosse. Temendo dunque che potesse urlare, «ho fatto tutte quelle cose con il soffocamento».
Si svegliano i genitori - La madre della bambina, sentendo la figlia rantolare, si è dunque svegliata. Ha aperto la porta chiusa e ha visto una persona vestita di scuro vicino alla figlia. Il ragazzino è scappato, immediatamente. Nel frattempo, anche il padre si è alzato dal letto, mentre il 17enne si è nascosto prima nel garage, poi è fuggito nel bosco.
All'arrivo della polizia, nella stanza vengono ritrovati il coltello pieghevole e il suo portafoglio. Sul pavimento anche un preservativo incartato. Con le prime luci dell'alba, l'adolescente è stato arrestato.
Nella sua camera sono stati rinvenuti una balestra con una freccia e bottiglie di metadone parzialmente piene, oltre a due grandi maschere protettive con parti filtranti. Oggetti trovati - a detta dell'indiziato - in una casa abbandonata.
La bambina ha riportato delle abrasioni e sul collo visibili segni di strangolamento. Il ragazzino ha affermato di aver cercato di attaccarla con una mossa di arti marziali, per farla svenire per qualche secondo e lasciare la stanza senza essere riconosciuto. Ha negato un possibile reato sessuale, tanto meno di volerla uccidere.
Una versione diversa - La bambina, dal canto suo, ha raccontato agli inquirenti una versione diversa. Ha detto di essersi trovata improvvisamente distesa sul pavimento. «Ero terrorizzata», e non ha riconosciuto la persona. Durante il soffocamento, ha cercato di respirare e ha opposto resistenza. Non ha saputo dire se l'imputato la abbia toccata in altri punti, ma che il presunto colpevole le ha coperto la bocca e il naso.
Per i suoi genitori «quello che è particolarmente grave è che non si sia veramente pentito». E, intanto, loro figlia ha ancora bisogno di sostegno psicologico.