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SVIZZERA/ITALIAMaxi operazione antimafia tra Italia, Brasile e Svizzera

13.08.24 - 16:01
Arrestato un imprenditore siciliano, riciclava denaro di Cosa Nostra appoggiandosi anche a istituti finanziari elvetici.
Guardia di finanza
Fonte Guardia di finanza/ats
Maxi operazione antimafia tra Italia, Brasile e Svizzera
Arrestato un imprenditore siciliano, riciclava denaro di Cosa Nostra appoggiandosi anche a istituti finanziari elvetici.

BERNA/PALERMO - È stata portata avanti tra Italia, Brasile e Svizzera, l'operazione antimafia su larga scala condotta dalla Guardia di finanza del comando provinciale di Palermo congiuntamente alla Polizia federale brasiliana, e che ha portato all'arresto di un imprenditore originario di Bagheria (provincia di Palermo), da tempo trasferitosi a Natal, in Brasile. Sequestrati beni per un valore di 50 milioni di euro, nonché patrimoni riconducibili a 17 soggetti, tutti indagati, e a 12 società operanti nei settori immobiliare, edile e ristorativo.

In corso ancora delle perquisizioni in diverse regioni italiane: Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto. Nonché - si legge nel comunicato - in Svizzera tra abitazioni, sedi aziendali e studi professionali, da parte della Guardia di finanza e dalla Polizia federale brasiliana.

I reati ipotizzati dall’Autorità Giudiziaria italiana sono concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, riciclaggio e autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, aggravati dalla finalità di aver agevolato importanti famiglie mafiose.

"Operazione Arancia" - Dalle indagini di quella che è stata chiamata "Operazione Arancia" è emerso che la mafia italiana utilizzava arance e società di comodo per facilitare il movimento e l'occultamento di fondi illeciti provenienti da attività criminali internazionali dal Brasile.

Le indagini, iniziate nel 2022, hanno avuto come obiettivo un'organizzazione criminale sospettata di riciclare denaro per la mafia italiana nel Rio Grande do Norte, dove si stima che i mafiosi operino da quasi un decennio, si legge in un comunicato della polizia federale brasiliana.

Gli inquirenti stimano che lo schema abbia investito non meno di 300 milioni di real (circa 55 milioni di euro) in Brasile, utilizzando questi fondi per acquistare proprietà e infiltrarsi nei mercati immobiliari e finanziari del Paese.

Tra Palermo e Natal - Al vertice del sistema - che prevedeva riciclaggio di denaro tramite l'impiego di plurimi conti di transito accesi in istituti finanziari prevalentemente esteri - «uno dei più autorevoli uomini d’onore di Cosa Nostra palermitana, dal 2018 reggente del mandamento mafioso di Pagliarelli, sino al suo arresto nell’aprile del 2021 al rientro dal Paese sudamericano. Si tratterebbe - scrivono i media italiani - di Giuseppe Calvaruso, ritenuto l'erede del vecchio boss Settimo Mineo e che già «nel 2000 avrebbe stretto un’alleanza d’affari con il citato imprenditore bagherese per diventare socio occulto in numerose società presenti in territorio brasiliano». Il denaro sarebbe giunto a destinazione tramite il supporto di «affermati professionisti» sparsi in diversi Paesi, tra cui Italia, Brasile, Hong Kong, Singapore e, infine, Svizzera. Un sodalizio che ha permesso di spostare il baricentro dei propri interessi principalmente in Brasile.

Supporto di professionisti elvetici - Lì, Calvaruso poteva contar inizialmente sull’appoggio di un altro imprenditore, romano, arrestato nel 2019 dalle Autorità brasiliane perché ritenuto mandante di un omicidio avvenuto cinque anni prima a Natal.

Proprio a quest’ultimo, l’uomo d’onore palermitano avrebbe corrisposto, in prima persona, ingenti capitali provenienti direttamente dalle casse di Cosa nostra per diventare poi socio occulto delle società. I militari ipotizzano un primo maxifinanziamento, per circa 830.000 euro, elargito in contanti in due tranche tra il 2016 e il 2017.

Ristorazione ed edilizia - Dal 2019, Calvaruso si sarebbe, poi, trasferito a Natal, raggiungendo l’imprenditore di Bagheria nel Paese dal 2016, in modo da poter seguire direttamente in loco lo sviluppo di importantissime iniziative imprenditoriali, continuando nel contempo a gestire le attività criminali palermitane. Fino al suo arresto avvenuto il giorno di Pasquetta di tre anni fa.

Tra gli affari più significativi, alcune operazioni nel settore della ristorazione e, soprattutto, l’avvio, attraverso le società del gruppo, di un piano di lottizzazione di vastissime aree edificabili a ridosso della costa nordorientale del Brasile. Progettualità che si aggiunge ad altre numerose transazioni in campo immobiliare, in grado di garantire profitti di eccezionale entità. Per un valore patrimoniale complessivo stimato di oltre 500 milioni di euro.

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