Il Consiglio nazionale ha accettato la proposta con 126 voti favorevoli a 67 contrari e 3 astensioni. L'UDC si rivolta, il capogruppo Amstutz: «È il funerale della democrazia diretta»
BERNA - Dopo 7 ore e 20 minuti di dibattimenti, il dado su come applicare l'iniziativa UDC sull'immigrazione di massa è finalmente tratto. Un dado che ha fatto saltare il banco democentrista che con il proprio capogruppo Amstutz ha definito la scelta come «il funerale della democrazia diretta» e «una violazione mai vista prima della Costituzione federale».
Il Consiglio nazionale ha infatti accettato con 126 voti favorevole contro 67 contrari e 3 astensioni la versione light, quella volta preservare la libera circolazione delle persone e, con essa, gli accordi bilaterali I con l'Unione europea. L'oggetto ora passa agli Stati.
Il testo della commissione delle istituzioni politiche si distanzia nettamente dal progetto del Consiglio federale che prevede la possibilità di ricorrere alla clausola di salvaguardia, introducendo massimi e contingenti a partire da determinati valori soglia, così come stabilisce l'articolo 121a della Costituzione federale approvato il 9 di febbraio 2014.
Sfruttare la manodopera interna - La proposta della commissione si articola in tre punti. Essa prevede prima di tutto che il Consiglio federale elabori misure per sfruttare al meglio il potenziale di manodopera indigena (cittadini svizzeri e stranieri già domiciliati nel paese).
Il governo dovrà anche determinare, tenendo conto di diversi fattori tra cui l'immigrazione, la situazione a livello di mercato del lavoro e la congiuntura, valori soglia a partire dai quali potrà essere introdotto un obbligo di comunicazione da parte delle imprese dei posti di lavoro vacanti (preferenza nazionale "light")
Gli uffici regionali di collocamento (URC) dovranno svolgere un ruolo centrale di coordinamento e trasmissione delle informazioni relative ai posti vacanti. Questo provvedimento potrà anche essere limitato ad alcune categorie professionali, ad alcuni settori o ad alcuni cantoni. Il testo non fissa tuttavia un obbligo vincolante di assunzione del personale residente.
Misure correttive in caso di forte immigrazione - Se queste misure non si rivelassero sufficienti e l'immigrazione dall'Unione europea e dall'AELS superasse un certo livello sul piano regionale o nazionale, l'esecutivo potrà infine ricorrere a "misure correttive appropriate". Sarà il Consiglio federale stesso a decidere a partire da quale limite adottarle, per quanto tempo mantenerle in vigore, di che tipo esse dovranno essere e a che categorie professionali dovranno venire applicate.
Qualora queste misure (per esempio anche tetti massimi), che dovranno essere limitate al minimo indispensabile, non dovessero risultare compatibili con l'accordo sulla libera circolazione delle persone, dovranno essere discusse da un comitato misto Svizzera/Ue. I cantoni possono anch'essi proporre misure correttive al Consiglio federale, in caso di problemi economici o sociali gravi causati dai frontalieri: l'ultima parola spetterebbe al comitato misto qualora non rispettassero l'accordo di libera circolazione delle persone.
No a misure unilaterali - La proposta del presidente del PPD Gerhard Pfister (ZG) di permettere al Consiglio federale di adottare misure correttive se il comitato misto non riesce a trovare un accordo dopo 60 giorni è stata bocciata per 98 voti a 93 e cinque astensioni. Non è compatibile con l'accordo di libera circolazione, hanno sostenuto diversi oratori.
Per Pfister invece è importante non concedere all'UE un diritto di veto unilaterale per poter mantenere una gestione autonoma dell'immigrazione. Questo indebolirebbe il Consiglio federale nei negoziati con Bruxelles, ha argomentato
Anche una proposta di Hans-Peter Portmann (PLR/ZH) per autorizzare il governo a proporre al Parlamento misure correttive unilaterali in caso di mancato accordo del comitato misto è stata respinta
Dopo aver tentato invano di rinviare il progetto in commissione, l'UDC ha presentato una serie di emendamenti. Il partito non è riuscito a far abolire la clausola di salvaguardia per introdurre i contingenti anche ai cittadini dei paesi Ue/Aels.
Soggiorni brevi esentati da misure correttive - Un'alleanza UDC, PPD e PBD ha fatto in modo che il Consiglio federale non possa limitare le autorizzazioni di soggiorno fino a nove mesi. La proposta di Gerhard Pfister (PPD/ZG) è stata accolta con 99 voti a 92 e 5 astensioni. Bisogna evitare che settori che dipendono dai lavoratori stagionali, come la gastronomia, il turismo o l'edilizia, risultino penalizzati, ha spiegato il presidente del PPD. Questa eccezione renderà vane le limitazioni decise dalla maggioranza, ha sottolineato Tiana Moser (PVL/ZH) criticando questa nuova concessione fatta all'agricoltura.
La commissione rifiuta un ritorno allo statuto dello stagionale, ha avvertito la relatrice Cesla Amarelle (PS/VD). Questa eccezione non è coerente e farà aumentare l'immigrazione, ha sostenuto la ministra della giustizia Simonetta Sommaruga.
Inoltre si tratta di manodopera poco qualificata che si ritroverebbe in disoccupazione in caso di problemi congiunturali, ha aggiunto ma senza riuscire a convincere la maggioranza dei deputati.
No contingenti per studenti - Il progetto della commissione prevede anche misure nei confronti degli stranieri non Ue/Aels, la cui immigrazione in Svizzera è già oggi sottoposta a contingenti.
Tuttavia, la Camera del popolo ha respinto l'idea di sottoporre a contingenti gli studenti e i pensionati di Stati terzi che intendono stabilirsi in Svizzera senza esercitare un'attività lucrativa come voleva invece il Consiglio federale.
Queste persone non fanno concorrenza ai lavoratori indigeni, ha argomentato Cesla Amarelle (PS/VD) a nome della commissione. Unica condizione per poter venire in Svizzera: devono disporre di mezzi finanziari sufficienti per vivere nel Paese che li accoglie. Anche i permessi concessi per via del raggruppamento famigliare non saranno sottoposti a contingenti.
«Funerale della democrazia diretta» - L'esame particolareggiato del progetto legislativo è stato preceduto da un dibattito di entrata in materia alquanto emotivo al termine del quale il plenum ha respinto una richiesta di rinvio in commissione presentata dal capogruppo democentrista Adrian Amstutz (BE).
Per il Consigliere nazionale bernese, il progetto elaborato dalla commissione delle istituzioni politiche rappresenta una «violazione mai vista prima della Costituzione federale» e «il funerale della democrazia diretta». Esso non prevede infatti né tetti massimi né contingenti per i lavoratori stranieri, frontalieri compresi. Insomma, «è vuoto come questa Coca-Cola light», ha aggiunto Amstutz brandendo una bottiglia della nota bevanda.
Per PPD, PBD, PLR, Verdi, Verdi liberali e socialisti, il progetto della commissione si pone quale obiettivo di pilotare l'immigrazione nel rispetto della libera circolazione delle persone con l'Ue preservando in questo modo gli accordi bilaterali I con Bruxelles essenziali per la nostra prosperità.
Oltre a ciò, una soluzione che rispetti l'intesa sulla libera circolazione con Bruxelles permetterà alla Svizzera di ratificare l'accordo con la Croazia che estende a Zagabria questo importante principio dell'Ue e consentirà la piena partecipazione elvetica al programma di ricerca europeo Orizzonte 2020.
La Svizzera, è stato ripetuto più volte in aula, ha bisogno finalmente di sicurezza giuridica e stabilità delle relazioni col suo principale partner economico. L'applicazione letterale dell'iniziativa UDC è contraria alla libera circolazione e quindi inaccettabile. Se cade la libera circolazione, cadono tutti i bilaterali I con conseguenze gravi a livello economico per l'intero Paese.