La campagna contro l'iniziativa dell'UDC è stata rilanciata oggi dalla consigliera federale Karin Keller-Sutter.
La votazione popolare, inizialmente prevista per il 17 maggio, si terrà il 27 settembre. Karin Keller-Sutter: «È in gioco l'approccio bilaterale tra Svizzera e Unione europea».
BERNA - Fermata dalla pandemia, la campagna contro l'iniziativa UDC "Per un'immigrazione moderata (Iniziativa per la limitazione)" è stata rilanciata stamane dalla ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter, spalleggiata dai rappresentanti del padronato e dei sindacati. La votazione popolare, inizialmente prevista per il 17 maggio, si terrà il 27 settembre.
La consigliera federale era già comparsa davanti ai media l'11 febbraio per presentare le argomentazioni del governo. Qualche settimana più tardi, l'attività politica era stata però paralizzata dalle misure sanitarie introdotte per contrastare il nuovo coronavirus.
È in gioco l'approccio bilaterale tra la Svizzera e l'Unione europea, ha sottolineato la ministra, ricordando come l'accordo sulla libera circolazione delle persone sia strettamente legato ad altre sei intese tra Berna e Bruxelles.
L'economia svizzera è in buona salute grazie alla via bilaterale, ha affermato, aggiungendo che ora, dopo la crisi del coronavirus, l'obiettivo comune è rilanciarla. Le aziende hanno bisogno di stabilità, non di esperimenti rischiosi, ha messo in guardia Keller-Sutter.
Il Consiglio federale vuole limitare l'immigrazione allo stretto indispensabile e già oggi promuove e sostiene il potenziale di forza lavoro presente in Svizzera con tutta una serie di misure, ha poi ricordato.
Accanto a lei, Hans-Ulrich Bigler, direttore dell'Unione svizzera delle arti e dei mestieri (USAM), ha affermato che sarebbe irresponsabile tentare di tagliare fuori le PMI da un grande bacino di reclutamento di manodopera qualificata.
Il consigliere nazionale Pierre-Yves Maillard (PS/VD), presidente dell'Unione sindacale svizzera (USS), ha da parte sua espresso il timore che il vero obiettivo dell'iniziativa non sia quello di limitare l'immigrazione, ma di peggiorare le condizioni di lavoro e i salari.
L'iniziativa per la limitazione esige che la Svizzera regoli in maniera autonoma l'immigrazione degli stranieri. Impedisce inoltre ogni nuovo trattato di obbligo internazionale per la libera circolazione.
Se l'iniziativa venisse accettata dal popolo, le autorità avrebbero un anno per negoziare la fine dell'accordo con Bruxelles. Se non si dovesse trovare una soluzione, il Consiglio federale dovrebbe uscire dall'intesa nel mese successivo, col rischio di far cadere l'insieme degli accordi bilaterali.