Anche il Consiglio degli Stati ha bocciato diversi atti parlamentari perché non più attuali.
BERNA - Dopo ieri il Nazionale, oggi anche il Consiglio degli Stati ha tenuto una sessione straordinaria sul coronavirus. Le cinque mozioni all'ordine del giorno sono state tutte ritirate o bocciate, essenzialmente perché superate dagli eventi e quindi obsolete.
Ieri la camera del popolo aveva accettato una mozione UDC che chiede che i lavoratori indipendenti abbiano diritto all'indennità di perdita di guadagno o all'indennità per lavoro ridotto fino alla revoca dei provvedimenti presi per lottare contro il coronavirus.
Oggi una mozione dal tenore identico è stata bocciata dai "senatori". Per la maggioranza l'atto parlamentare depositato Werner Salzmann (UDC/BE) è superfluo perché la richiesta è già stata incorporata nella legge sul Covid-19, in discussione proprio oggi al Nazionale e domani agli Stati.
Un'altra mozione - poi ritirata -, di Marina Carobbio Guscetti (PS/TI), chiedeva di prolungare la durata di percezione dell'indennità per lavoro ridotto, cosa che il governo ha già fatto. Una seconda mozione della ticinese - bocciata - chiedeva misure analoghe per le persone in formazione, per coloro che si trovano in una posizione analoga a quella di un datore di lavoro oppure che lavorano nell'azienda del coniuge. Il ministro dell'economia Guy Parmelin ha ricordato che la Confederazione e i Cantoni sono alla ricerca di una soluzione per i casi di rigore.
Da parte sua Maya Graf (Verdi/BL) ha ritirato la sua mozione che chiedeva di prolungare fino a metà settembre il versamento dell'indennità per perdita di guadagno ai lavoratori indipendenti. Il governo aveva già agito in tal senso a inizio luglio. Anche la seconda mozione Salzmann, che chiedeva di dichiarare la fine della situazione straordinaria, è stata bocciata: Il Consiglio federale l'aveva abrogata il 19 giugno.