Lorenzo Quadri chiede lumi sulla possibile ingerenza estera in decisioni che dovrebbero spettare al Governo federale.
BERNA - Lorenzo Quadri entra nella diatriba tra Svizzera e Italia sull'apertura delle piste sciistiche. E lo fa a piedi pari. «Dall'italia - sostiene il consigliere nazionale leghista - giungono pressioni indebite affinché la Svizzera non apra, rispettivamente chiuda, le proprie stazioni sciistiche».
Stazioni che, ricordiamo, avevano ricevuto la benedizione di Alain Berset a restare aperte. «Nel nostro Paese i comprensori possono restare aperti con l'adozione di piani di protezione», aveva ricordato il ministro della sanità durante una conferenza stampa svoltasi la scorsa settimana, precisando che i piani «di protezione possono essere adattati se necessario».
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata probabilmente la telefonata di ieri tra il premier italiano Giuseppe Conte e la Presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga. «È intenzione del Consiglio federale - chiede indispettito Quadri - di non cedere alle pressioni dall’estero e confermare inequivocabilmente ai propri interlocutori che l’apertura delle stazioni sciistiche in Svizzera non la decide né l’Italia, né l’Unione europea?». Infine Quadri pretende una conferma da parte di Berna: «Tutte le misure di sicurezza sanitaria - passate e future - siano prese indipendentemente da ogni ingerenza estera».