Lo Stato insulare potrà beneficiare della tecnologia svizzera per collegare fra loro dei pannelli fotovoltaici.
GLASGOW - La Svizzera ha siglato un accordo con Vanuatu, Stato insulare del Sud Pacifico, che le consentirà di compensare le sue emissioni di gas a effetto serra finanziando progetti all'estero. La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha infatti firmato stamane a Glasgow, a margine della COP26, un'intesa in questo senso. Lo ha indicato un portavoce della ministra all'agenzia Keystone-ATS.
A rappresentare Vanuatu vi era il ministro del cambiamento climatico Bruno Leignkone. Il progetto principale previsto dall'accordo prevede il collegamento tra loro di pannelli fotovoltaici distribuiti su tutte le circa 60 isole abitate di Vanuatu utilizzando la tecnologia svizzera. Ciò dovrebbe facilitare l'uso di grandi infrastrutture elettriche, in particolare quelle utilizzate per l'essiccazione dei manghi.
Lo Stato insulare di Vanuatu - che conta circa 80 isole che si estendono su circa 1300 km - è uno dei paesi minacciati dall'innalzamento del livello del mare e sta vivendo tempeste tropicali sempre più frequenti e devastanti, legate alla moltiplicazione delle situazioni meteorologiche estreme con il riscaldamento globale.
La Confederazione è considerata un pioniere nell'applicazione dell'articolo 6 dell'Accordo di Parigi, che permette di ridurre parte delle emissioni di gas a effetto serra finanziando a titolo di compensazione progetti ecologici in altri paesi. Si tratta di intese molto criticate dalle ONG, ma ben viste da alcuni Stati.
Dopo un primo accordo con il Perù, la Svizzera ha anche deciso di finanziare impianti di biogas in fattorie senegalesi e di energie rinnovabili in Ghana. O la promozione dell'efficienza energetica negli edifici in Georgia. Altri accordi dovrebbero essere firmati presto, in particolare con la Thailandia.
Berna si è impegnata a ridurre le sue emissioni di gas a effetto serra del 50% entro il 2030 rispetto ai livelli di 40 anni fa. In parlamento, sono in corso discussioni per limitare al 25% lo sforzo totale che può essere compensato all'estero.
Ieri, la Svizzera si è allineata a una decina di altri paesi a Glasgow, che hanno chiesto di vietare la vendita di camion e furgoncini inquinanti entro il 2040. Dal 2030 sarà venduto in totale il 30% di nuovi veicoli "puliti" e la piena neutralità a livello di CO2 dovrebbe essere raggiunta entro il 2050.