Il leader Udc è preoccupato per la neutralità elvetica. Partecipando alle sanzioni «siamo entrati nel conflitto»
BERNA - Nella sua veste di Paese neutrale, nella guerra in Ucraina la Svizzera non deve schierarsi per uno dei due contendenti, secondo Christoph Blocher. Per l'ex consigliere federale, è invece quello che è successo con la partecipazione alle sanzioni economiche.
Coloro che partecipano a sanzioni economiche sono belligeranti, ha dichiarato il tribuno dell'UDC in un'intervista alla Neue Zürcher Zeitung. In caso di conflitto armato, la politica della Svizzera è di congelare il commercio esistente. Non deve andare oltre il flusso normale, per non favorire nessuna delle parti belligeranti. Partecipando alle sanzioni economiche contro la Russia, la Confederazione è attualmente in guerra, secondo Blocher.
Stando all'ex consigliere federale, occorre ora fare tutto il possibile per porre rapidamente fine a questa terribile guerra. Quale Paese neutrale, la Svizzera avrebbe potuto dare un contributo particolare, ma si è lasciata sfuggire questa opportunità, ha dichiarato Blocher. A suo avviso, quando i consiglieri federali Viola Amherd e Ignazio Cassis parlano di cambiamento d'epoca, non fanno altro che dissimulare le loro debolezze.
Il Consiglio federale insiste sul caso particolare, ma il messaggio dovrebbe essere che la Svizzera, in veste di Stato pacifico, agisce sulla base della sua neutralità permanente, come esige la Costituzione federale, ha aggiunto lo zurighese. "Ma questa volta è stato deciso di partecipare alla guerra". Possiamo solo sperare che non provochi troppi danni, ha aggiunto.
La maggioranza del Consiglio federale e del Parlamento ha ceduto a pressioni interne ed esterne, secondo Blocher. Invece, a suo avviso, più il mondo va male, più la neutralità è importante. Il non intervento non è soltanto un modo per proteggersi, ma anche per rendere possibili i buoni uffici.