In caso contrario, spiega la consigliera nazionale Magdalena Martullo-Blocher, il continente rischia una profonda crisi
Per Martullo-Blocher, l'Europa in questa fase sta andando «contro un muro» e dovrebbe smettere di gettare benzina sul fuoco.
BERNA - Invece di inviare armi a Kiev, Bruxelles farebbe bene a negoziare con il presidente russo Vladimir Putin per porre fine alla guerra e assicurarsi le indispensabili forniture di gas. In caso contrario, secondo la consigliera nazionale e imprenditrice Magdalena Martullo-Blocher (UDC/GR), il continente, a causa di sanzioni che fanno più male a noi che alla Russia, rischia di sprofondare in una profonda crisi economica e l'Ue di disgregarsi.
Per quanto la riguarda personalmente, le attività delle due fabbriche in Russia di EMS Chemie, filiali dell'azienda di cui Martullo-Blocher è dirigente nonché proprietaria, sono crollate, scrive nella sua edizione online la Neue Zürcher Zeitung in un'intervista alla deputata, figlia dell'ex consigliere federale Christoph Blocher.
Martullo-Blocher è preoccupata in particolare per il calo delle forniture di gas, specie in direzione della Germania, importante mercato per la Svizzera. A detta della deputata, la Germania e altri Stati stanno già facendo capo alle riserve col rischio che in autunno, se non si fa nulla, la situazioni peggiori ulteriormente col rischio di un incremento ancora più marcato dei prezzi. In ultima analisi, a pagarne lo scotto sarà l'economia e la popolazione. L'aumento dei prezzi dell'energia e l'inflazione rischiano, stando alla deputata, di avere conseguenza politiche, come dimostra il pessimo risultato alle urne per il presidente francese, Emmanuel Macron.
Purtroppo, secondo la manager, non sarà facile per l'Europa, e in particolare la Germania, rendersi indipendente dal gas russo. Ci vorranno almeno 3-4 anni per giungere a una certa indipendenza energetica da Mosca, riporta il quotidiano zurighese citando la consigliera nazionale, mentre nel frattempo Berlino sta facendo capo alle energie fossili, in barba alle emissioni di CO2.
Insomma, la crisi che sta investendo il nostro vicino avrà ripercussioni anche per la Svizzera che registra già un tasso di inflazione vicino al 3%, relativamente elevato. Per quanto attiene sempre alla Svizzera, Martullo-Blocher teme che se le cose non cambieranno, già in autunno ci potrebbero essere problemi con la fornitura di energia, sia per la popolazione che per le imprese. A suo avviso, il nostro paese non è pronto per uno scenario del genere.
Per Martullo-Blocher, le sanzioni stanno facendo insomma più male all'Europa che alla Russia. Quest'ultima, annunciando già prima dell'invasione la costruzione di un nuovo gasdotto verso la Cina, ha già forse trovato un'alternativa qualora l'Ue volesse veramente staccare completamente la spina.
Ma con la politica portata avanti finora, l'Europa a suo avviso sta andando «contro un muro». Invece di gettare benzina sul fuoco del conflitto, l'Ue dovrebbe invece rendersi conto di essere dipendente dalla Russia per quanto attiene al gas. Per questo l'Ue dovrebbe negoziare con Putin per assicurarsi forniture sicure almeno fino alla primavera 2023 e impegnarsi affinché si giunga alla pace se non vogliamo assistere al tracollo dell'economia e della società. Secondo Martullo-Blocher anche la pace è un valore europeo ed è sempre meglio quest'ultima della guerra.
L'imprenditrice non si attende granché dalla conferenza di Lugano sull'Ucraina, anche perché mancano i Russi. Gli Europei dovrebbero impegnarsi per negoziare anche se per ora non si vedono mediatori seri in all'orizzonte. Quanto al ruolo della Svizzera, la sua neutralità è stata indebolita dalle sanzioni adottate contro Mosca, secondo Martullo-Blocher. Tuttavia, un tentativo va fatto.