Secondo il Consiglio nazionale il sistema d'imposizione va rivisto coinvolgendo maggiormente i Cantoni.
BERNA - Il sistema d'imposizione del valore locativo va rivisto, ma coinvolgendo maggiormente i Cantoni, che attualmente sono molto critici in merito alla riforma. È quanto ritiene il Consiglio nazionale che ha rinviato in commissione il progetto che mira a riformare il sistema d'imposizione della proprietà immobiliare che risale alla Prima Guerra mondiale.
Una minoranza, che avrebbe voluto rimanere allo status quo (la proposta di non entrata in materia è però stata bocciata con 125 voti contro 68), ha sostenuto che l'abolizione del valore locativo - un reddito fittizio da cui il proprietario può dedurre gli interessi passivi e i costi di manutenzione - rafforzerà i privilegi di cui godono i proprietari. Oggi sono gli inquilini a essere penalizzati e a pagare affitti eccessivi, ha sostenuto Balthasar Glättli (Verdi/ZH).
Samuel Bendahan (PS/VD) si è da parte sua detto molto preoccupato per le perdite fiscali delle casse pubbliche: 3,8 miliardi. «È inaccettabile», ha sostenuto il vodese. Insomma, ha proseguito, con questo progetto la maggioranza vuole «sia il soldino che il panino».
Per Cédric Wermuth (PS/AG) il valore locativo ha il suo motivo di esistere: rappresenta la tassazione di un beneficio di cui si dispone. Il socialista ha poi sostenuto come sia giuridicamente difficile fare la distinzione tra residenze primarie e secondarie. I cantoni di montagna, del resto, sono preoccupati.
Imposta ingiusta
Il valore locativo, introdotto nel 1915 come imposta di guerra "una tantum", rappresenta un relitto del passato la cui esistenza è all'origine dell'eccessivo indebitamento degli Svizzeri, ha replicato Esther Friedli (UDC/SG).
Tassando un reddito fittizio derivante dal vivere in casa propria i proprietari non vengono incoraggiati a ripagare l'ipoteca, ha affermato da parte sua la relatrice commissionale Céline Amaudruz (UDC/GE). Un simile prelievo, inoltre, è un unicum: esiste solo in Svizzera.
Il valore locativo è percepito come un'ingiustizia, soprattutto quando la casa è pagata poiché non possono più dedurre dalle imposte gli interessi passivi, mentre il valore locativo rimane, hanno aggiunto altri oratori. La gente semplicemente non capisce questa tassa. Insomma, come riassunto da Petra Gössi (PLR/SZ): «Dopo anni di discussioni è giunto il momento di prendere posizione chiaramente a favore di un cambiamento di sistema».
Rinvio
L'Alleanza del Centro ha da parte sua chiesto - e ottenuto (con 114 voti contro 77 e 2 astensioni - il "sì" è venuto da PS, Verdi, Centro e PVL) - il rinvio del progetto in commissione. I progetti legati alla fiscalità hanno difficoltà a essere approvati in votazione, lo abbiamo visto domenica scorsa, ha affermato Markus Ritter (Centro/SG). «Siamo favorevoli a un cambiamento di sistema, ma il disegno attuale non ci soddisfa», ha aggiunto Leo Müller (Centro/LU). Serve una riforma che convinca la maggioranza e dei Cantoni della popolazione.
I Cantoni hanno chiaramente fatto sapere di essere contrari alla legge nella versione uscita dal Consiglio degli Stati, ha ricordato da parte sua il consigliere federale Ueli Maurer. Orbene, «una riforma fiscale non può riuscire senza il loro sostegno», ha sostenuto il ministro delle finanze.
«Dobbiamo prenderci il tempo di coinvolgere maggiormente le autorità cantonali nell'elaborazione della riforma», ha poi detto Ritter. Ciò è possibile con l'istituzione di una sottocommissione, così come chiesto dalla proposta di rinvio, ha riassunto il sangallese.