Per i riti processuali civili non servirà più l'autorizzazione preventiva dell'Ufficio federale di giustizia
BERNA - In futuro, chi soggiorna in Svizzera ed è coinvolto in un procedimento civile transfrontaliero potrà essere sentito o interrogato mediante audioconferenza o videoconferenza anche senza autorizzazione ufficiale.
La modifica del Consiglio federale si basa su una mozione della Commissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati (CAG CS).
Attualmente l'interrogatorio e l'audizione mediante audioconferenza o videoconferenza di una persona in Svizzera nell'ambito di una procedura civile straniera necessitano della previa autorizzazione dell'Ufficio federale di giustizia. Vista la crescente digitalizzazione, questa procedura basata su autorizzazioni nei singoli casi è vieppiù giudicata macchinosa.
Accogliendo la mozione della CAG‑CS, il Parlamento ha incaricato il Consiglio federale di agevolare l'impiego dei mezzi di comunicazione elettronici. Durante la pandemia da COVID‑19 questa esigenza ha assunto ulteriore importanza e le richieste di utilizzare sistemi di teleconferenza nei procedimenti civili transfrontalieri si sono moltiplicate.
L'avamprogetto del Consiglio federale prevede di ammettere, a determinate condizioni, l'interrogatorio o l'audizione mediante audioconferenza o videoconferenza anche senza autorizzazione ufficiale preventiva.
Una di queste condizioni è ad esempio permettere all'autorità cantonale incaricata dell'assistenza giudiziaria di partecipare, se lo richiede, alla teleconferenza.
L'avamprogetto prevede inoltre la possibilità di svolgere interrogatori o audizioni in teleconferenza anche in caso di procedimenti civili avviati da Stati che non hanno sottoscritto la Convenzione dell'Aja del 1970 sull'assunzione all'estero delle prove in materia civile o commerciale (ClA70), il che attualmente avviene solo in casi eccezionali.
Come già previsto dal diritto vigente, la partecipazione all'interrogatorio o all'audizione resta su base volontaria.