L'appello giunge dall'Associazione traffico e ambiente che chiede alla Confederazione di «ripensare la politica di costruzione delle strade»
L'ATA ha nel contempo minacciato il referendum se il Parlamento adotterà il programma PROSTRA. «Spendere quattro miliardi per l'asfalto? È un progetto totalmente superato».
BERNA - L'Associazione traffico e ambiente (ATA) ha invitato oggi il mondo politico a ripensare la politica di costruzione delle strade. Vuole più zone a 30 km/h e piste ciclabili.
I progetti della Confederazione per l'ampliamento della rete stradale nazionale sono «totalmente superati», sottolinea l'ATA in un comunicato pubblicato in occasione della sua conferenza stampa annuale a Berna. Lungi dal risolvere i problemi del traffico, l'attuale politica di costruzione delle strade ne crea di nuovi.
Secondo l'ATA, la maggior parte dei progetti di espansione sono completamente sovradimensionati e inadeguati. L'Associazione traffico e ambiente è particolarmente critica nei confronti del Programma di sviluppo strategico delle strade nazionali (PROSTRA). Il Consiglio federale presenterà prossimamente il suo messaggio per questo programma, che prevede per il 2023 di mettere a disposizione quattro miliardi di franchi per cinque progetti nella Svizzera tedesca.
Minaccia di referendum
L'ATA minaccia di lanciare un referendum se il Parlamento adotterà il programma PROSTRA «in questa forma completamente superata». «Non spendiamo più di quattro miliardi di franchi per l'asfalto», ha dichiarato il suo presidente Ruedi Blumer, citato nel comunicato. «Scegliamo invece di investire in progetti e infrastrutture sostenibili, in una svolta verso la mobilità dolce».
Mentre il traffico deve ridurre massicciamente le sue emissioni per raggiungere gli obiettivi climatici e ambientali, l'ATA sostiene una strategia che miri a «ridurre, trasferire e migliorare» le infrastrutture piuttosto che svilupparle.
Più zone a 30 km/h
La situazione in Svizzera è cambiata negli ultimi anni, ha sottolineato Blumer. La pandemia di coronavirus ha dimostrato che il traffico pendolare può essere ridotto grazie al telelavoro e la crisi energetica dimostra la necessità di abbandonare le energie fossili.
In questo contesto, l'ATA ritiene che siano necessari investimenti «in una mobilità ragionevole, come i trasporti pubblici e la bicicletta». Inoltre, difende lo sviluppo di zone a 30 km/h. Tali limitazioni di velocità sono utilizzate troppo raramente sulle strade principali nelle zone densamente popolate, ha detto Blumer.
Questa misura offrirebbe numerosi vantaggi, in particolare sulle strade condivise da automobili, biciclette e pedoni: riduzione del rumore e quindi più possibilità di costruire in modo denso, aumento della sicurezza per tutti gli utenti della strada, riduzione del consumo energetico e delle emissioni, migliore fluidità del traffico, meno fermate e ripartenze, meno emissioni di particelle dovute all'usura degli pneumatici, ecc.
Per Bruno Storni, vicepresidente dell'ATA, non serve a nulla puntare principalmente sull'elettrificazione dei veicoli per raggiungere gli obiettivi climatici della Svizzera. Anche se una gran parte del traffico aggiuntivo provocato dall'ampliamento della rete stradale fosse costituito da auto elettriche, ciò comporterebbe un aumento delle emissioni di gas serra.