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CAMERE FEDERALI«Freno ai costi sanitari», il Parlamento approva il controprogetto

14.03.23 - 11:03
Per i “senatori”, l'iniziativa è «troppo vaga: fissa obbiettivi senza spiegare come raggiungerli»
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Fonte ats
«Freno ai costi sanitari», il Parlamento approva il controprogetto
Per i “senatori”, l'iniziativa è «troppo vaga: fissa obbiettivi senza spiegare come raggiungerli»

BERNA - Dopo il Nazionale, anche il Consiglio degli Stati ha approvato stamane per 23 voti a 17 il controprogetto indiretto all'iniziativa popolare dell'Alleanza del Centro "Per premi più bassi - Freno ai costi nel settore sanitario può cominciare. Il dossier ritorna alla camera del popolo per le divergenze.

Come evocato, il controprogetto è già stato accolto dal Consiglio nazionale che ha tra l'altro bocciato l'iniziativa del Centro. Su questa proposta di modifica costituzionale del Centro, i “senatori” si pronunceranno solo in un secondo momento.

Prima di entrare nei particolari del controprogetto, la camera dei Cantoni ha respinto una richiesta di non entrata nel merito difesa da PLR e UDC per 23 voti a 19. Stando al plenum, il controprogetto rappresenta una soluzione migliore dell'iniziativa; quest'ultima - che vuole fare in modo che le spese evolvano in modo corrispondente all'economia nazionale e ai salari medi, e che i premi rimangano finanziariamente sostenibili - è troppo vaga: fissa obiettivi senza spiegare come raggiungerli.

«Urge agire»
Nel dibattito di apertura, diversi "senatori" favorevoli al controprogetto hanno insistito sulla necessità di agire per porre un freno all'aumento dei costi sanitari e dei premi malattia. «Urge fare qualcosa - ha affermato Peter Hegglin (Centro/ZG) - aggiungendo che nel 2023 le famiglie devono far fronte a una incremento dei premi medio di ben il 6,6%».

Ad ogni modo, Hegglin ha voluto rassicurare: «Non si tratta di razionalizzare l'assistenza medica, bensì di introdurre un po' più di trasparenza nella gestione dei costi». L'onere annuale generato dall'assistenza sanitaria obbligatoria supera i 30 miliardi di franchi, somma che sale a 80 miliardi se si considera il settore della salute nella sua globalità.

Ma per Hannes Germann (UDC/SH), il controprogetto non fa che rendere il sistema attuale ancor più complesso di quanto non sia già e, peggio ancora, introduce una sorta di dittatura dei costi. In sintesi, secondo il "senatore" democentrista, il controprogetto non farà che generare ulteriore burocrazia in un momento in cui la Svizzera soffre già di una carenza di personale sanitario.

Berset: «Un orientamento generale»
Rispetto all'iniziativa, il controprogetto propone una serie di misure mirate il cui fulcro è rappresentato dall'introduzione di obiettivi di contenimento dei costi per le prestazioni. Il Consiglio federale dovrà effettuare questo esercizio ogni quattro anni e dovrà consultare gli assicuratori, gli assicurati, i cantoni e i fornitori. Al voto, i "senatori" hanno adottato questa modifica legislativa con 24 voti a 16. La destra - UDC e PLR - teme che un simile cambiamento porti a un peggioramento della qualità delle cure, soprattutto per i pazienti più vulnerabili.

Il "ministro" della sanità Alain Berset si è voluto rassicurante: «Non si tratta di un tetto, ma di definire un orientamento generale per avere una stima più precisa dell'evoluzione dei costi», ha affermato in aula, ammettendo che questi obiettivi potrebbero anche non essere raggiunti.

Qualche divisione
Per quanto riguarda il resto della controprogetto, tra i due rami del parlamento sussistono ancora differenze in merito alle tariffe nei settori ambulatoriale e ospedaliero. I "senatori" concordano col Nazionale sul principio delle tariffe differenziate per determinate specialità mediche o gruppi di fornitori, qualora le strutture tariffarie non siano più adeguate. Tuttavia, la disposizione è stata leggermente rielaborata.

Inoltre, il Consiglio federale non dovrà correggere immediatamente certi eccessi nella remunerazione delle prestazioni incluse nell'attuale tariffario Tarmed, giudicato ormai obsoleto. Il plenum non vuole una "lex Tarmed", ma si attende che i partner tariffali si mettano finalmente d'accordo.

Gli Stati si sono poi discostati tacitamente dal Nazionale anche per quanto riguarda le analisi di laboratorio. La Camera del popolo vorrebbe modificare il sistema affinché la cassa malati si assuma i costi delle analisi soltanto a condizione di avere stipulato un contratto con il laboratorio privato che le esegue. Ma per i "senatori", un simile cambiamento metterebbe a rischio l'approvvigionamento.

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COMMENTI
 

Silba 1 anno fa su tio
il solito fiume di parole, bla-bla-bla, vediamo di fare cosi vediamo di fare cosà e poi il prossimo anno ci saranno i soliti aumenti. Io pago già il 35/37% della pensione per la cassa malati, di questo passo tra qualche anno, se non crepo prima, la darò tutta .
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