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SVIZZERA«Stop alle manie autolesioniste da “primi della classe”»

14.12.23 - 12:38
La mozione di Lorenzo Quadri al Consiglio federale in merito alla tassazione minima Ocse votata dal popolo lo scorso giugno.
Ti Press archivio
Fonte Lorenzo Quadri
«Stop alle manie autolesioniste da “primi della classe”»
La mozione di Lorenzo Quadri al Consiglio federale in merito alla tassazione minima Ocse votata dal popolo lo scorso giugno.

BERNA - Mancano pochi giorni al nuovo anno e il consigliere nazionale, Lorenzo Quadri, invita Berna con una mozione a rallentare sull'entrata in vigore della tassazione minima Ocse. Almeno «fino a quando tutti gli altri Paesi firmatari non l'avranno applicata».

Nel testo, ripercorre le tappe che hanno portato a decidere per questa nuova tassazione. «Insieme a circa 140 altri Stati, la Svizzera ha aderito al progetto di riforma che prevede l’imposizione dell’utile dei grandi gruppi di imprese attivi a livello internazionale, che realizzano una cifra d’affari annua superiore ai 750 milioni di euro, con un’aliquota minima del 15%.

Il progetto sull’imposizione minima è stato lanciato, su iniziativa degli USA, dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economici (OCSE) e dal Gruppo dei 20 Paesi industrializzati ed emergenti più importanti (G20). Esso comporta una grave lesione della sovranità fiscale dei singoli Stati, che è parte integrante della sovranità tout-court», scrive.

Il Consiglio federale intende introdurre l’imposizione minima nel 2024

Lo scorso giugno, il popolo ha approvato a larga maggioranza la proposta. «Argomento principale addotto a sostegno della tassazione minima – che ha portato all’accettazione popolare - era che essa sarebbe arrivata comunque; di conseguenza, se la Svizzera non si fosse adeguata, la differenza tra l’aliquota elvetica inferiore e quella minima sarebbe stata riscossa da altri Stati, con conseguenti perdite per il nostro erario», spiega.

«Tuttavia la situazione sul fronte della tassazione minima OCSE appare ora alquanto incerta. Al momento risulta infatti che una buona parte dei 140 Stati firmatari – a partire dagli USA, primi promotori - non saranno pronti (o disposti) ad applicare la tassazione minima nel 2024, e verosimilmente nemmeno nel 2025».

Per Quadri questo rappresenta un grande pericolo: «Se la Svizzera introducesse comunque l’aliquota minima prima che tutti gli Paesi firmatari l’abbiano fatto, danneggerebbe la propria piazza economica, esponendosi al rischio concreto di delocalizzazioni, perdendo gettito fiscale e posti di lavoro».

«La Svizzera - continua - deve finirla con l’assurdo atteggiamento da “prima della classe” nel sottomettersi a Diktat internazionali, lesivi della sua sovranità ed a torto ritenuti “ineluttabili”, che la danneggiano. Deve, semmai, essere l’ultima ad adeguarsi». E conclude: «L’affrettato smantellamento del segreto bancario dovrebbe pur aver insegnato qualcosa».

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COMMENTI
 

NelloX 1 anno fa su tio
Evviva i referendum quadri ..li applica quando pare e piace ..come le bilaterali. Codardia

tbq 1 anno fa su tio
«una buona parte dei 140 Stati firmatari – a partire dagli USA, primi promotori». Eh, già. Gli Stati Uniti, che promuovono in tutto il mondo l'equità e la giustizia fiscale hanno da sempre la brutta abitudine di non applicarla a loro volta. Vedasi la "lotta ai paradisi fiscali" portata avanti sotto Obama, chiusasi con gli Stati Uniti dichiarati "il più grande paradiso fiscale del mondo". Prendono tutti in giro, e pretendono pure l'applauso.

erb 1 anno fa su tio
Per chi vuole accedere al doc ufficiale disponibile a tutti digitare GOVERNO VUOLE ATTENDERE PRIMA DI INTRODURRE IMPOSTA MINIMA OCSE

erb 1 anno fa su tio
Il [dato sensibile rimosso] alle 16:33 Karin Keller-Sutter l'ha già comunicato durante l'ora delle domande al Nazionale. Perché questa mozione il 14.12.2023. Link per accedere al messaggio ATS ufficiale. [url rimossa]

il saggiatore 1 anno fa su tio
Quel che Quadri non capisce (o, secondo me, finge di non capire) è che in base all'accordo internazionale ogni Stato, in cui un'impresa svolge attività produttive ma non ha la sede, può prelevare dall'impresa (con sede all'estero) la differenza tra l'aliquota minima del 15% e l'aliquota concretamente applicata nello Stato in cui l'impresa ha la sede (purché ovviamente inferiore al 15%), anche se il primo Stato non applica (ancora) un'aliquota minima del 15%. Quindi, se la Svizzera non si adeguasse, le imprese con sede in Svizzera ma che svolgono attività produttive all'estero potrebbero essere comunque tassate per il 15% (per es., per il 10% in Svizzera e per il 5% in un altro Stato) e a quel punto, per ragioni pratiche, forse preferirebbero trasferire la loro sede in un altro Stato. E per finire la Svizzera non potrebbe più incassare nulla.

TheQueen 1 anno fa su tio
Questo è peggio di Belen
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