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SVIZZERAL'interesse di mora rimane al 5%

28.02.24 - 19:19
Lo ha deciso, per 126 voti a 58, il Consiglio nazionale
Foto Deposit
Fonte ats
L'interesse di mora rimane al 5%
Lo ha deciso, per 126 voti a 58, il Consiglio nazionale

BERNA - Non vi è necessità di modificare il sistema per il calcolo dell'interesse moratorio. Lo ha deciso, per 126 voti a 58, il Consiglio nazionale, facendo retromarcia rispetto allo scorso mese di settembre.

In quell'occasione, la Camera del popolo aveva approvato (106 favorevoli e 57 contrari) la revisione del calcolo dei tassi di mora applicati dalla Confederazione alle imprese previsto nel Codice delle obbligazioni. Il progetto, che attua un'iniziativa parlamentare di Fabio Regazzi (Centro/TI), prevedeva di sostituire l'attuale interesse moratorio del 5% con uno variabile, basato sul Saron (Swiss Average Rate Overnight), che tenga conto dei tassi di mercato vigenti e con una maggioranza massima rispetto ad essi di due punti percentuali.

L'oggetto era in seguito passato agli Stati, dove, in dicembre, con 20 voti contro 17 e sei astensioni, seppur di poco il cambio di sistema era stato bocciato. La commissione competente del Nazionale aveva poi suggerito al plenum di allinearsi a questa decisione, cosa prontamente avvenuta oggi.

L'aula ha giudicato che l'attuale sistema si è dimostrato efficace e che chiarezza e semplicità siano i suoi punti di forza. «Il tasso del 5% è conosciuto e fa parte della tradizione», ha detto Nadine Gobet (PLR/FR). «Non complichiamo qualcosa che funziona bene», ha chiesto ai colleghi la friburghese.

«È semplice e prevedibile, non serve un computer delle Nasa per calcolarlo», ha aggiunto il relatore della commissione Jean-Luc Addor (UDC/VS), ricordando come le cose siano cambiate rispetto al 2016, anno del deposito dell'iniziativa da parte di Regazzi.

«Non c'è motivo di modificare la decisione di settembre, i tassi sono restati circa sugli stessi livelli», si è opposto Raphaël Mahaim (Verdi/VD). Stando all'ecologista, il sistema attuale è troppo favorevole ai creditori.

«La situazione è più stabile in confronto a otto anni fa», gli ha replicato il consigliere federale Beat Jans. Pure il governo era infatti per mantenere il tasso fisso, dato che uno variabile avrebbe rischiato di premiare i cattivi debitori. Molte piccole e medie imprese dispongono di poca liquidità e soffrono a causa dei pagatori ritardatari, ha inoltre evidenziato il ministro basilese.

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