Il Consiglio federale ritiene che l'attuale obbligo di dichiarazione non sia rispettato dalla maggior parte dei venditori.
BERNA - In futuro, importazione, transito e commercio di pellicce e prodotti derivati ottenuti infliggendo sofferenze agli animali dovranno essere vietati in Svizzera. Il motivo? L'obbligo di dichiarazione in vigore è lungi dall'essere rispettato.
Lo prevede il controprogetto all'iniziativa popolare "sulle pellicce" inviato oggi in consultazione dal Consiglio federale fino al 22 novembre. La modifica della legge sulla protezione degli animali sarà presentata al parlamento nell'estate 2025.
Pur respingendo l'iniziativa popolare "Sì al divieto di importare prodotti di pellicceria ottenuti infliggendo sofferenze agli animali (Iniziativa pellicce)", spiega una nota governativa odierna, si è voluto tenere conto di questa «importante questione», spingendosi addirittura più lontano rispetto alla proposta di modifica costituzionale, sancendo anche il divieto di commercio all'interno della Svizzera. L'iniziativa popolare, sottolinea il comunicato, prevede infatti soltanto il divieto di importazione.
Se tutto andrà come prevede l'esecutivo, le pelliccerie, i negozi di abbigliamento e i rivenditori online, al momento dell'acquisto di prodotti di pellicceria, dovranno in futuro chiarire il relativo metodo di produzione e fornire la prova che tale metodo non abbia inflitto sofferenze.
Obbligo dichiarazione perlopiù ignorato - A parere del Consiglio federale, l'attuale obbligo di dichiarazione delle pellicce, che richieda solo informazioni su specie animale, provenienza e metodo di produzione, è lungi dall'essere rispettato dal settore delle pellicce e dai dettaglianti.
Solo nel 2023, la Confederazione ha contestato la caratterizzazione in circa il 60% dei punti vendita ispezionati. Per questo, in futuro, le pellicce e i prodotti di pellicceria importati e commercializzati illegalmente saranno ritirati dalla circolazione e i trasgressori perseguiti.
L'iniziativa - L'iniziativa popolare che intende vietare l'import di pellicce ottenute infliggendo sofferenze agli animali ha raccolto 113'474 firma valide. Il testo è stato lanciato assieme all'iniziativa che intende vietare l'importazione di "foie gras" nel giugno 2022 da Alliance Animale Suisse, un'associazione che raggruppa organizzazioni come Animal Trust, Wildtierschutz Schweiz e Animal équité.
Al momento della consegna delle firme, avvenuta verso la fine di dicembre 2023, Alliance Animale Suisse aveva sostenuto che in Svizzera arrivano annualmente circa 350 tonnellate di pellicce, per le quali vengono uccisi circa 1,5 milioni di animali. Più della metà di questi prodotti proviene dalla Cina, dove i maltrattamenti nei confronti delle bestie sono quotidiani, lamentava Alliance Animale Suisse.
Dettaglianti critici - Mentre l'associazione svizzero-tedesca per la protezione dei consumatori Stiftung für Konsumentenschutz (SKS) ha accolto nel luglio scorso con favore la proposta governativa di vietare l'importazione di pellicce ottenute infliggendo sofferenze agli animali, i dettaglianti non hanno nascosto la loro contrarietà.
Secondo l'organizzazione svizzera del commercio al dettaglio, Swiss Retail Federation, l'estensione dell'obbligo di dichiarazione comporterà un'enorme quantità di lavoro aggiuntivo e offrirà poco valore aggiunto.