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SVIZZERAI 100 consigli che non piacciono a nessuno

29.08.24 - 18:30
Le proposte della commissione per ripensare alla politica di sicurezza, istituita da Viola Amherd, hanno scatenato l’ira di tutti i partiti
Imago
Fonte Blick/20Minuten
I 100 consigli che non piacciono a nessuno
Le proposte della commissione per ripensare alla politica di sicurezza, istituita da Viola Amherd, hanno scatenato l’ira di tutti i partiti

BERNA - La consigliera federale Viola Amherd è finita nell’occhio del ciclone. Il motivo? I 100 suggerimenti formulati da un gruppo di esperti istituito un anno fa dal Dipartimento della difesa (Ddps) con l'obiettivo di riorganizzare la politica di sicurezza e la strategia militare della Svizzera. Il documento, presentato oggi (giovedì 29 agosto), in conferenza stampa a Berna, ha fatto storcere il naso a molti. 

Nel rapporto di 68 pagine, la commissione raccomanda infatti una politica di neutralità più allineata con la Carta delle Nazioni Unite, che distingue tra aggressori e vittime con diritto all’autodifesa. In poche parole, il Consiglio federale dovrebbe disporre di una maggiore flessibilità per risolvere situazioni complicate. 

La collaborazione tra l'esercito svizzero, la Nato e l'Ue sarebbe inoltre ampliata. Allo stesso tempo, dovrebbe essere allentato il divieto di riesportazione di materiale bellico svizzero verso paesi occidentali.

Insomma, temi molto delicati che, anche alla luce del difficile contesto internazionale, come prevedibile hanno scatenato un polverone. «La commissione è falsata», ha spiegato al Blick la consigliera nazionale dei Verdi Marionna Schlatter. «I sospetti che questo gruppo fosse stato istituito solo per sostenere la politica di Viola Amherd sono stati confermati». Un pensiero condiviso anche da Thomas Hurter dell’Udc. Il documento è riuscito infatti nell’impresa di unire tutte le ali del Parlamento.   

La critica principale rivolta alla ministra della Difesa riguarda la scelta dei membri della commissione. «La maggior parte degli esperti sono stati scelti personalmente dal Ddps», ha lamentato Hurter. «Il loro obiettivo è unicamente l'avvicinamento alle istituzioni internazionali». Un passo che, secondo l'Udc, minerebbe l'idea stessa di neutralità. «La proposta di una neutralità più flessibile è contraddittoria. Equivale alla fine della stessa neutralità».

Critiche condivise anche dal fronte progressista. «Il rapporto è sbagliato e contraddittorio», ha spiegato il consigliere nazionale Fabian Molina (Ps). «L'intero processo, fin dall'inizio, mirava a far emergere l'idea di Amherd».

Accuse che la diretta interessata ha respinto con forza. «Non conosco personalmente la maggior parte degli esperti e non conoscevo le loro idee politiche», si è difesa. Secondo Amherd, piuttosto, la commissione poteva vantare una forte pluralità di pensiero. «Non so cosa si sarebbe potuto fare di più».

Ma torniamo alle origini dello studio. Il suo scopo era di fornire degli input in previsione del rapporto ufficiale che verrà redatto nel 2025. «Prendo atto delle critiche», ha ammesso la stessa “ministra” della Difesa. «Capisco le perplessità, ma non possiamo sorvolare su questo argomento. Non possiamo semplicemente immaginarci di vivere su un’isola felice. Dobbiamo agire», ha concluso Amherd. Il dibattito si prospetta infuocato.

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