Dal 1° maggio alcuni insetti potranno essere venduti come derrate alimentari, abbiamo incontrato chi progetta la fattoria del futuro e ve li abbiamo fatti provare
LUGANO - Una mucca mette su un chilo di carne ogni otto chili di foraggio, un grillo o una cavalletta, pur facendo le dovute proporzioni, ne mette su uno ogni due chili di nutrimento. Basta questo dato calcolato dalla Fao per spiegare come mai gli insetti siano considerati il cibo del futuro. Inoltre producono meno gas serra, si possono nutrire di rifiuti organici, consumano poca acqua e spazio, sono ricchi di proteine, fibre, micronutrienti e poveri di grassi.
Dal 1° maggio - Non stupisce quindi che da settimana prossima anche in Svizzera saranno considerati a tutti gli effetti un genere alimentare. Negli scaffali dei supermercati potranno essere esposti grilli, cavallette, tarme della farina e i prodotti derivati. Ma i ticinesi sono pronti a mettersi una locusta nel piatto? Lo abbiamo sperimentato per le vie di Lugano e il responso è stato inaspettato: quasi tutti hanno accettato la sfida e c’è anche chi ha apprezzato la novità. I più apprezzati? Probabilmente i grilli cotti, essiccati e salati che, forse non soppianteranno le noccioline, ma ben si prestano come stuzzichini da aperitivo.
L'esperto - A procurarci in anteprima gli assaggi è stato Karim Notari, architetto luganese e da alcuni anni appassionato entomofago. A cui chiediamo, perché mangiare insetti? «Prima di tutto perché sono buoni, - ci dice - ma sono anche alimenti molto ricchi, oltre alle proteine, contengono metalli e carboidrati. Hanno pochissimi grassi e sono decisamente più sani a livello ambientale». Dopo aver conosciuto l’entomofagia in Francia, negli ultimi anni Notari ha organizzato alcune degustazioni anche in Ticino e, nel suo studio, sta testando un primo allevamento di grilli.
La fattoria - Ma l’intenzione è quella spingersi più in là: «Abbiamo progettato una fattoria per gli insetti commestibili. Oltre all’allevamento ospiterebbe anche un negozio, una scuola di cucina e un centro divulgativo. L’abbiamo chiamata Entofarm». Un’idea che, nonostante non abbia ancora trovato la sponda delle autorità per raccogliere e regalarsi uno spazio, potrebbe offrire interessanti opportunità anche in Ticino. In primo luogo per il poco terreno che occuperebbe: lo stabile a forma di cavalletta, è lungo 40 metri e largo 10. Chissà che l’apertura al commercio di insetti non possa far cambiare anche i gusti degli investitori.