Il partito chiede al Consiglio di Stato una sospensione professionale e salariale per un docente delle medie di Barbengo e un richiamo per il direttore dell'istituto
BELLINZONA - La sezione ticinese dell’UDC ha preso atto «con rammarico e sgomento» dell’articolo apparso su un portale ticinese nel quale Maurizio Cimarosti, docente presso la scuola media di Barbengo, ha definito «ignoranti» i cittadini che hanno votato in favore della nuova legge sulla civica. Non solo, Cimarosti ha anche fatto un parallelismo fra il voto di ieri e il nazismo, affermazioni giudicate dal partito «gravissime, a maggior ragione se pronunciate da un docente».
Alla luce dei fatti, il partito di Piero Marchesi, oltre a condannare le affermazioni «e ancor più il lassismo dimostrato dal direttore dell’istituto scolastico Marco Calò», presenterà un atto parlamentare per chiedere al Consiglio di Stato di prendere seri provvedimenti verso il docente, chiedendo almeno un ammonimento corredato da una sospensione professionale e salariale. Chiederà inoltre di richiamare ai suoi doveri pure il direttore dell’istituto scolastico «che ha cercato di nascondere lo sporco sotto il tappeto legittimando e banalizzando di fatto le dichiarazioni del docente».
«Questi atteggiamenti incivili non sono da noi tollerati, a maggior ragione se commessi da docenti stranieri che non rispettano le nostre Istituzioni come nel caso del Sig. Cimarosti (titolare permesso C). Questo anche a tutela dei molti docenti che operano con impegno nella scuola pubblica, che favorevoli o contrari alla proposta in votazione, accettano però democraticamente il verdetto popolare», si legge infine nel comunicato.
Il Comitato per il "no" prende le distanze - Il Comitato "No a uno studio puramente nozionistico della civica, sì a una vera educazione alla cittadinanza" «stigmatizza l'infelicissima presa di posizione del docente di Barbengo sui cittadini che si sono espressi domenica contro la nuova legge della scuola, e sottolinea che la stessa non riflette in alcun modo l'opinione del Comitato stesso».