Il trasporto di campioni di analisi “via aria” tra Ospedale Italiano e Civico va a gonfie vele. Intanto, all’orizzonte, si profilano nuovi scenari
LUGANO – Oltre duecento voli, in neanche due mesi. Senza alcun disguido. Il primo bilancio sull’uso di droni per il trasporto di materiale d’analisi tra l’Ospedale Italiano e il Civico è da applausi. A confermarlo è Luca Jelmoni, direttore dell’Ospedale regionale di Lugano. «L’esperimento – dice – proseguirà anche nel 2018. E all’orizzonte si ipotizzano nuovi scenari. Come il trasporto di campioni fino al laboratorio dell’Istituto cantonale di patologia di Locarno».
Urina e sangue in volo – Una tratta di 1,2 chilometri, percorsa in circa quattro minuti per cinque-sei volte al giorno tra le 19 e le 23. Prelievi di urina e di sangue in volo sopra le teste dei luganesi. Una “prima” a livello mondiale. Dettata dalle contingenze. «All’Italiano – ricorda Jelmoni – dopo le 19 non è più possibile elaborare i campioni dei test. Li abbiamo sempre portati al laboratorio del Civico, aperto sette giorni su sette, per 24 ore al giorno. Prima lo facevamo con l’auto. Ora col drone, appunto. Un mezzo più ecologico, più rapido e almeno altrettanto affidabile».
Verso la totale autosufficienza – Al momento ogni volo è monitorato, tramite smartphone, da una persona alla partenza e una all’arrivo. «In futuro – precisa Jelmoni – non ci sarà più bisogno di questi intermediari. I droni saranno autosufficienti e semplicemente controllati a distanza da una centrale».
Batteria (per ora) limitata – Dotati di Gps e realizzati dall’azienda californiana Matternet, i droni “luganesi” raggiungono una velocità di settanta chilometri orari. «Sono silenziosi e nessuno si è mai lamentato finora. Anche perché volano a un’altezza di 120 metri, lontani dalle case. Attualmente percorrono al massimo venti chilometri in linea d’aria. La loro autonomia rappresenta una sfida per il futuro».
Una risorsa in caso di catastrofe – L’esperimento è seguito con interesse anche dalla Posta. Il Gigante Giallo è, infatti, il gestore del progetto. «Ci sono state iniziative più o meno simili in altri Paesi europei – commenta il portavoce Marco Scossa – ma per ora quella di Lugano resta un’esperienza unica. Che ci fa intuire possibili evoluzioni. Un drone potrebbe essere usato allo stesso modo per recapitare medicinali in casi di catastrofe, oppure per consegnare merci analoghe in zone discoste».
Non sostituiranno i postini – Negli ultimi anni La Posta si è dimostrata all’avanguardia nelle soluzioni logistiche, lanciando innovazioni sperimentali come robot di consegna e navette autonome. «Ma questo – conclude Scossa – non significa che i droni possano un giorno sostituire il postino nella consegna dei pacchi o delle lettere. È inimmaginabile allo stato attuale delle cose».