Mascherine, mantelline monouso, disinfettanti e distanza sociale. Qualcuno posiziona anche il plexiglas.
Mary, che ha il salone a Bellinzona: «Il 27 aprile è la luce in fondo al tunnel».
BELLINZONA - Parte oggi la prima tappa della strategia d’uscita dal lockdown. E, tra gli altri, riaprono centri estetici e saloni di parrucchieri. Questi ultimi tra i più richiesti dagli svizzeri, come emerso dal sondaggio Tamedia. Ma cosa cambierà? Come sarà il ritorno alla cura della persona?
Le norme del settore - Prima di tutto la protezione. È lunga la lista di direttive elaborata da Coiffure Suisse. Sia clienti sia parrucchieri indosseranno la mascherina. I professionisti avranno anche una visiera in caso di contatto diretto con il cliente (trattamenti viso, cosmetici, rasatura barba). Le mantelline saranno monouso e bisognerà usare un asciugamano pulito per ogni cliente (come da prassi). Ovviamente, sapone e disinfettanti avranno la meglio nei saloni e gli strumenti verranno puliti dopo ogni trattamento. Tra i clienti, bisognerà mantenere le distanze (due metri), possibilmente con una sedia vuota tra uno e l’altro. Niente visite in salone per una chiacchierata e chi presenta sintomi collegabili al Covid-19 verrà rimandato a casa senza taglio.
Più protezione - C’è chi nel riorganizzare il proprio salone ha previsto anche altri accorgimenti. È il caso di Mary, che ha l'attività a Bellinzona: «Da noi ci saranno delle separazioni in plexiglas alla cassa e tra le postazioni, come pure al lavaggio. Se prima si arrivava in salone e si aspettava, tra caffè, risate e qualche rivista, ora si lavorava solo su appuntamento».
Vicini durante la chiusura - Anche Mary ha chiuso il salone il 14 marzo. «Ho vissuto questo periodo con un po’ di preoccupazione e paura, come tutti - ammette -. Ma sempre con lo sguardo rivolto al “dopo”, alla ripartenza nel rispetto delle norme. Tenere chiusa un’attività con dei costi fissi non è semplice, ma io sono per natura positiva e noi parrucchieri riusciremo a superare tutto questo».
La corsa all’appuntamento - La notizia della riapertura il 27 aprile «è stata la luce in fondo al tunnel» e da subito è iniziato il lavoro di riorganizzazione del salone. «I clienti in questo periodo sono stata la nostra forza, ci sono stati sempre vicini con telefonate, messaggi, sui social - ammette Mary con gratitudine -. Tanti avevano anche bisogno di essere rincuorati, perché soli e confrontati con la solitudine». Dopo la conferenza stampa del Cantone, la scorsa settimana, i clienti hanno iniziato a scrivere per prendere appuntamento. «L’agenda è già piena, ma con il tempo e le giuste precauzioni riusciremo ad accontentare tutti».
Parola d'ordine: responsabilità - I dati sono incoraggianti, ma l’invito alla prudenza rimane, per evitare una seconda ondata. «Ripartiamo senza paura - conclude Mary -. Abbiamo sempre seguito tutti i protocolli d’igiene richiesti dal mestiere. Ora ci siamo organizzati al meglio e seguiremo alla lettera le norme, così come il distanziamento sociale, per proteggere noi e i nostri clienti».