C'è delusione ma non preoccupazione da parte del presidente di HotellerieSuisse Ticino per la misura della Germania
Pianezzi: «Si rovina un po' il nostro sogno di sviluppare il potenziale turistico invernale, ma confidiamo ancora negli svizzero tedeschi e nei romandi»
LUGANO - «Si rovina un po' il nostro sogno di sviluppare il potenziale turistico invernale del nostro cantone». C'è un po' di delusione nelle parole di Lorenzo Pianezzi, presidente di HotellerieSuisse Ticino, a seguito della decisione delle autorità tedesche di considerare tutta la Svizzera come una zona a rischio. A partire dal prossimo sabato, 24 ottobre, chi entra in Germania dopo un soggiorno nel nostro paese deve mettersi in quarantena per quattordici giorni. Questo vale quindi anche per un turista tedesco che rientra dal Ticino.
Certo, ci troviamo ormai nella seconda metà di ottobre. E guardando agli anni passati, osserva ancora Pianezzi, si tratta ora di un periodo in cui in genere il visitatore proveniente dalla Germania è molto meno presente. «Ma c'è del potenziale da mettere in gioco per l'inverno: anche sulla base della situazione epidemiologica, confidiamo ancora sulla presenza degli svizzero tedeschi e dei romandi». I prossimi mesi - lo dice ancora PIanezzi - «potrebbero riservarci delle sorprese, considerando la difficoltà di viaggiare all'estero».
Fosse capitato a luglio... - Tuttavia, per il provvedimento adottato dalla Germania, il presidente di HotellerieSuisse non si mostra particolarmente preoccupato. «Se fosse capitato a luglio, sarebbe stato diverso». Ma ora il settore è comunque già confrontato, in generale, con una brusca frenata delle prenotazioni. E non soltanto a causa dell'andamento della pandemia, ma anche della situazione meteorologica, osserva Pianezzi.
La decisione - La decisione tedesca - determinata dal superamento del limite di cinquanta nuovi contagi per centomila abitanti negli ultimi sette giorni - non riguarda comunque soltanto la Svizzera. L'Istituto Roberto Koch ha infatti segnalato anche gran parte dell'Austria, come pure Polonia, Irlanda e parte dell'Italia.