Macellai, viticoltori, contadini, panettieri. Le associazioni di categoria scrivono al Consiglio di Stato
BELLINZONA - Un brivido corre lungo la catena agro-alimentare. Viticoltori, macellai, agricoltori, panettieri e pasticceri. Dietro ai ristoranti chiusi in Ticino c'è un'intera filiera in difficoltà, che ha preso carta e penna e ha scritto al Consiglio di Stato.
Sette associazioni di categoria hanno inviato oggi una lettera a Palazzo delle Orsoline, invocando aiuti urgenti. «I risvolti economici e finanziari dell’epidemia, nonché delle attuali misure intraprese per contenerla, sono una fonte di grande preoccupazione per le nostre categorie» si legge nella missiva.
Con i ristoranti in lockdown, le ordinazioni durante la "serrata" decisa dal Consiglio federale «sono state e saranno pressoché nulle». Per questo si chiede di «adottare in tempi molto rapidi alcune misure di sostegno concrete» per «attutire l’impatto delle ricadute economiche negative».
Di seguito il testo dell'appello. Firmatari: l'Associazione Mastri Macellai e Salumieri, la Federazione Orto-Frutticola Ticinese, la Federazione Ticinese Produttori di Latte, la Società Ticinese di Economia Alpestre, la Società Mastri Panettieri Pasticcieri Confettieri, l'Interprofessione della Vite e del Vino e l'Unione Contadini Ticinesi.
La lettera delle associazioni:
Onorevoli Consiglieri di Stato del Canton Ticino
Ci permettiamo attirare la Vostra attenzione, poiché i risvolti economici e finanziari dell’epidemia di coronavirus, nonché delle attuali misure intraprese per contenerla, sono una fonte di grande preoccupazione per le nostre categorie. Da diverse settimane, in particolare a decorrere dallo scorso 22 dicembre, è stato deciso di provvedere alla chiusura totale di bar e ristoranti, a cui va tutto il nostro sostegno, sull’intero territorio svizzero e ticinese. La diffusione dei contagi, così in Ticino come in Svizzera, non ha lasciato spazio a una situazione di breve durata.
In discussione vi è anzi stato il prolungamento di tale misura, che nella giornata di ieri è stata confermata dal Consiglio Federale sino a fine febbraio 2021. Quali associazioni di categoria, strettamente dipendenti anche dall’andamento degli esercizi della ristorazione e del settore turistico in generale, questo aspetto non ci può lasciare indifferenti. L’effetto di tale misura impatta infatti direttamente sui nostri canali di vendita all’ingrosso. Le ordinazioni da parte di ristoranti e bar di generi alimentari e di bevande, per tutto questo periodo di festività e verosimilmente per le prossime settimane, sono state e saranno pressoché nulle.
Con un simile impatto sulla domanda, l’attuale situazione ha il potenziale di creare incertezza in tutte le filiere, che quotidianamente lavorano per approvvigionare gli esercizi pubblici della nostra regione e non solo, aggravando ulteriormente i danni economici già ad oggi subiti, per esempio anche con l’annullamento degli eventi e dei congressi in programma. Inutile dire che le imprese che resisteranno, andranno incontro ad inevitabili ripercussioni sugli effettivi e anche sugli investimenti per i prossimi anni.
Servono dunque aiuti urgenti e di semplice implementazione, anche per chi non rientra tra i casi di rigore. Queste oggettive difficoltà ci portano a chiederVi sostegno, Onorevoli Consiglieri di Stato, nel verificare la possibilità di adottare in tempi molto rapidi alcune misure di sostegno concrete alle nostre filiere, che ci possano aiutare ad affrontare il prossimo futuro e che potrebbero perlomeno attutire l’impatto delle ricadute economiche negative generate dalle misure per affrontare l’emergenza sanitaria.
Anche in accordo con la Camera di Commercio e dell’Industria Cantone Ticino, ci teniamo a sottolineare l’importanza di non sottovalutare l’attuale situazione in cui versano anche le nostre categorie che, insieme, corrispondono a un settore primario importante per il Ticino, che non ha ricevuto un sostegno finanziario diretto durante la prima ondata, e di agire tempestivamente per mettere in campo tutto quanto possibile.