Affinché le vette ticinesi siano luoghi di piacere non bisogna sottovalutarle: i consigli di Montagne Sicure
BELLINZONA - La campagna Montagne Sicure ha lo scopo di sensibilizzare la popolazione e i turisti, affinchè tutti possano affrontare in sicurezza le gite in altura. Ne abbiamo parlato con il responsabile del progetto, Sacha Gobbi.
Di cosa si tratta?
«Montagne sicure nasce nel 2018 ed è un progetto di prevenzione ideato dal Dipartimento delle istituzioni. Svolge una attività di sensibilizzazione durante la stagione estiva, invernale, tanto in quella di mezzo, quando i nostri boschi si riempiono di cercatori di funghi».
Cosa prevede l’organizzazione?
«Negli ultimi mesi il progetto è stato riorganizzato per consolidarsi e crescere maggiormente. È stata creata una Commissione consultiva: l’aiuto di specialisti della montagna, della prevenzione e di servizi affini quali Rega e MeteoSvizzera renderà ancora più efficaci le misure ipotizzate».
Commissione e partner.
«Certo. L’idea è stata di coinvolgere le realtà vicine alla montagna, per le loro competenze specifiche e la diffusione dei messaggi di sicurezza. Tra esse vi sono le sezioni ticinesi del Club alpino svizzero, la Federazione alpinistica ticinese, il Soccorso alpino svizzero, oltre all’Unione Trasporti Pubblici e Turistici Ticino e Ticino Turismo».
Chi va in montagna
«Un po' tutti, la bellezza del paesaggio che ci circonda è unica. Rispetto al passato si riscontra un maggiore interesse, favorito anche dalla pandemia. In Ticino la scorsa estate c’è stato un forte afflusso di turisti (soprattutto locali) e anche per quest’estate l’interesse rimane alto. Per questo ci impegniamo nel cercare di ridurre infortuni e incidenti».
Cosa può succedere?
«In altura il cambiamento delle condizioni meteorologiche è repentino. È un fattore che si può prevenire con una corretta pianificazione dell’escursione e il giusto abbigliamento. Se le condizioni peggiorano, aumenta la possibilità di incidenti».
Quali sono i temi prioritari?
«L’abbigliamento; la conoscenza delle proprie capacità fisiche; la valutazione del bollettino meteorologico e il rispetto negli spazi più frequentati. Si pensi in particolare alla presenza di bike e e-bike. Per quest’ultimo aspetto lavoriamo in sinergia con il progetto di prevenzione “Strade sicure” coordinato dalla Polizia cantonale».
C’è chi banalizza la montagna?
«Oggigiorno spesso si postano immagini di luoghi bellissimi con descrizione del tragitto soggettiva e superficiale. Non per forza, quella indicata è la corretta versione. Quindi pensare di poter ambire a certi traguardi senza l’adeguata preparazione significa sovrastimare le proprie capacità e sottostimare i possibili rischi».
«Sconnettiti dai social e connetti il tuo cervello».
«Questo è lo slogan inventato da Massimo Bognuda, rappresentante delle guide alpine nella Commissione. Non di rado sembra che in montagna sia diventato tutto estremamente facile e alla portata di chiunque, i social media spesso contribuiscono a rinforzare questa idea».
In cosa consiste la collaborazione con la Rega?
«Il Capo Base della Rega Ticino, Paolo Menghetti, siede nella nuova Commissione Montagne Sicure. Questo fatto ci agevola per quanto riguarda le sue competenze settoriali. In particolare, la sua esperienza di soccorritore ci aiuta a capire le tipologie di incidenti e a predisporre le opportune misure di prevenzione».
Una rete di 4'600 km sui sentieri del Ticino
Grazie alle sue straordinarie bellezze naturali, il Ticino offre scorci emozionanti e una moltitudine di strade percorribili: «La rete cantonale è composta indicativamente da 4'600 km di sentieri suddivisi nelle categorie di difficoltà crescente giallo (T1), bianco-rosso-bianco (T2-T3) e bianco-blu-bianco (T4-T5-T6)», conferma Sacha Gobbi, il responsabile del progetto Montagne Sicure. Tutti coloro che si recano in escursione sulle alture ticinesi apprezzano particolarmente le vette sopra i 3'000 metri, «le cime più alte sono l’Adula, il Basodino e il Tencia (la vetta tutta ticinese più alta)», continua Gobbi. Ampio interesse lo riscuotono anche le “Vie alte” «come la Verzasca, Carassina, Via Idra, Valle Maggia, Via dei Tre corni», precisa. E quando le giornate si allungano e la temperatura aumenta, una delle mete più frequentate sono i laghetti alpini, «i più visitati sono quelli della zona Piora Cadagno e quelli della zona del San Gottardo», conclude il responsabile del progetto Montagne Sicure.