L'Ufficio del medico cantonale sulla situazione pandemica: «Molto dipenderà dalla variante circolante in futuro»
Sulla contagiosità di Omicron: «Molto probabile che l’intera popolazione entrerà, prima o poi, in contatto con il virus»
BELLINZONA - Solo una settimana fa la Task Force federale si lasciava scappare previsioni ottimistiche riguardo l'andamento della pandemia. O meglio, per la specialista dell'Ufsp Virginie Masserey potrebbe essere vicino (se non già raggiunto) il picco dei contagi e questa nuova variante ci starebbe traghettando verso la tanto attesa immunità di gregge.
D'altro canto le cifre restano elevate, si moltiplicano le quarantene e si fatica ancora a vedere la luce in fondo al tunnel. Come districarsi in questa marea di informazioni, a volte persino contrastanti? Lo abbiamo chiesto all'Ufficio del Medico cantonale.
La crescita della curva pandemica sembra essersi fermata. Abbiamo raggiunto il picco?
«L’evoluzione dell’attuale ondata pandemica rimane ancora incerta. Al momento è ancora prematuro esprimersi in maniera definitiva sul superamento o meno del picco. L’aspetto positivo è che la curva dei contagi sembra essersi perlomeno stabilizzata».
Si riesce a sapere con quale variante sono entrate in contatto le persone ricoverate in ospedale?
«I dati di dettaglio sulla variante che ha colpito le persone ospedalizzate nel Canton Ticino sono in fase di raccolta».
Il numero di decessi e di ricoveri non segue la curva dei contagi, ma resta su livelli molto bassi. Merito del vaccino o anche delle caratteristiche di questa variante?
«È certamente una combinazione dei due fattori. Da una parte i dati scientifici mostrano che la "variante Omicron" è più contagiosa, ma meno letale. D’altra parte, la vaccinazione (intesa come vaccinazione di base e richiamo) si sta rilevando efficace per evitare decorsi gravi della malattia, come mostrano chiaramente i dati federali sulle persone ospedalizzate».
Omicron ha dimostrato un’importante evasione immunitaria, ossia è riuscita a raggiungere anche chi ha già concluso il ciclo vaccinale. Eppure non sembra essere aggressiva come il virus ha dimostrato di poter essere in passato. Possiamo darlo per assodato o è ancora presto per dirlo?
«I dati scientifici mostrano chiaramente che si tratta di un virus più contagioso, ma meno letale. Mostrano anche che le persone vaccinate (anche tre volte) possono comunque contagiarsi e trasmettere il virus, ma che i decorsi gravi sono fortemente ridotti grazie all’efficacia del vaccino».
Recentemente si è tornato a parlare di effetti collaterali gravi legati al vaccino. Quanti casi in Ticino?
«La competenza per la raccolta e l’analisi degli effetti collaterali dei vaccini è di competenza di Swissmedic, che pubblica rapporti a cadenza regolare» (ndr, nel sito di Swissmedic manca tuttavia una statistica per Cantone).
È arrivato il momento di cambiare il modo di comunicare l'andamento pandemico? Non è forse il caso di dare maggior rilievo a ricoveri e vittime piuttosto che a un numero, quello dei contagi, che forse non ha lo stesso valore di un anno fa?
«Pensiamo che fornire i dati sia fondamentale per la trasparenza e la credibilità delle istituzioni, soprattutto in un momento in cui rimangono in vigore provvedimenti per limitare la diffusione del virus. La pubblicazione dei dati viene accompagnata da momenti d'informazione, costanti e regolari, per contestualizzare questi dati e fornire una chiave di lettura. La situazione rimane delicata e richiede la massima prudenza da parte di tutti: in quest’ottica, rendere noti i dati permette anche ai cittadini di farsi un’idea dell’andamento epidemiologico, in piena trasparenza. Per quanto riguarda il dato sul numero di contagi, precisiamo che si tratta di un indicatore rilevante per quantificare la circolazione del virus nella nostra società, che inoltre fornisce un’indicazione diretta sul numero di isolamenti e quarantene che, se troppo elevato, può creare problemi alle attività economiche e per l’erogazione dei servizi essenziali. Per altro, i casi di ospedalizzati in reparto e in terapia intensiva vengono diffusi quotidianamente insieme al numero cumulativo e progressivo dei decessi».
Matteo Bassetti, direttore della Clinica malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, prevede che tutti prenderanno la variante Omicron entro l'inizio dell'estate. Ed entro fine inverno-inizio primavera avremo senza dubbio l'immunità di gregge. È plausibile come previsione?
«Una circolazione così forte, a causa dell’alta contagiosità della "variante Omicron", rende molto probabile che l’intera popolazione entrerà, prima o poi, in contatto con il virus. È però prematuro esprimersi su una possibile “immunità di gregge” e questo dipenderà soprattutto dalla variante circolante in futuro».