Abbiamo parlato con un esperto di MeteoSvizzera della grandinata che martedì sera ha colpito il Sottoceneri. Ecco cosa ci ha detto.
BELLINZONA - Violenta. Devastante. Martedì, la grandine ha lasciato segni indelebili del suo passaggio. Modellini danneggiati alla Swissminiatur. Vigne distrutte ad Arogno. Allagamenti, strade imbiancate e vetri rotti in diverse località del Sottoceneri. E a essere particolarmente interessata dalla perturbazione è stata la zona compresa tra Melide e Bissone fino a Carona e Morcote dove dal cielo sono caduti chicchi grandi come palline da ping pong.
«Violento, ma non estremo» - Un evento eccezionale? Lo abbiamo chiesto agli esperti dell'Ufficio federale di meteorologia e climatologia di MeteoSvizzera. «Quella di martedì sera - ha esordito Lorenzo Di Marco - è stata una cellula temporalesca piuttosto violenta che ha provocato grandine dal diametro tra uno e quattro centimetri. Si tratta di un evento come detto violento, ma non estremo. Non è certamente comune, ma può capitare soprattutto in un mese come quello di maggio in cui la stagione convettiva è già iniziata».
Continua l'instabilità - Un mese di maggio che, come spesso accade, è stato piovoso e povero di sole. E nel quale abbiamo vissuto giorni caratterizzati dall'instabilità. Un'instabilità che dovrebbe farla da padrona anche nei primi giorni di giugno. «La situazione meteo attuale è particolarmente favorevole allo sviluppo di temporali soprattutto nelle ore serali e dovrebbe andare avanti ancora per un po' di tempo», precisa Di Marco. «Possiamo infatti affermare con abbastanza certezza che nel fine settimana arriverà una nuova depressione in quota: questa provocherà nuvolosità già dal primo mattino e rovesci (anche temporaleschi) che potranno verificarsi non solo alla sera, ma già al mattino».
Previsioni complicate - Settimana prossima proseguirà poi con un tempo all'insegna del ciclo diurno. «Avremo quindi mattinate piuttosto soleggiate e pomeriggi più nuvolosi seguiti da temporali pomeridiani o serali», ci spiega il meteorologo, ricordando come sul lungo periodo sia difficile fare previsioni affidabili al cento per cento. «Più si va in là con i giorni più è difficile dare dettagli precisi. Bisogna guardare a breve termine, mentre sul lungo periodo si può parlare di tendenze. Ovvero - conclude esemplificando Di Marco - quale è la giornata che è probabilmente più a rischio rispetto alle altre».