La coordinatrice Federica Caruso racconta come stanno vivendo in queste ore gli scout svizzeri al Jamboree.
SEOUL - «I giornali svizzeri pubblicano le informazioni prima che giungano a noi. Spesso sono imprecise o addirittura false. Dipingono un quadro della situazione più drammatico di quanto non lo sia in realtà». Sono le parole di Federica Caruso, coordinatrice del contingente svizzero presente al raduno mondiale dello scoutismo in Corea del Sud, il Jamboree, il quale è stato ricollocato nella capitale Seoul a causa del tifone Khanun. Interpellata da Tio/20Minuti ha raccontato di come si sta svolgendo la manifestazione.
Come avete gestito le alte temperature e la carenza d'igiene all'interno del campo?
«Entrambi sono stati un problema soltanto per un paio di giorni. Da quando il governo sudcoreano ha preso in mano la situazione, è cambiato tutto. Nell'arco di 24 ore sono apparsi, in ogni angolo del campo, dei distributori di acqua ghiacciata, delle aree d'ombra e delle piscine nelle quali potersi rinfrescare. A bordo di decine e decine di autobus, sono poi arrivati i membri del personale di pulizia. Hanno fatto brillare i bagni e le docce in un batter d'occhio. L'unico problema era il tifone. Alcune delle strutture del campo non erano a prova di vento».
Eppure i contingenti inglesi e statunitensi sono stati ricollocati nella capitale a causa del caldo...
«È vero. Molti di loro hanno sofferto di un colpo di calore. Ma al posto di idratarli e metterli all'ombra gli hanno portati in ospedale. È questo il motivo che ha obbligato le loro rispettive amministrazioni nazionali a intervenire, ricollocandoli a Seoul. Erano semplicemente troppi a essere stati ospedalizzati in un Paese straniero».
Ora com'è il morale?
«C'è un forte spirito di unione tra i ragazzi. E questo, anche grazie ai coreani, che sono le persone più accoglienti del mondo. Sono dolcissimi. Ho sentito che a una festa hanno offerto il gelato a tutti perché erano dispiaciuti della situazione».