Mozione depositata in Gran Consiglio e firmata dai deputati del Centro Berardi e Ghisolfi.
BELLINZONA - Uno studio pilota per monitorare il fenomeno e, al contempo, assumere «le conoscenze necessarie scaturite da studi simili», così da «adottare tutte le possibili contromisure». È stata depositata presso la segreteria del Gran Consiglio la mozione firmata dai deputati del Centro Giovanni Berardi e Nadia Ghisolfi. L'argomento, più volte trattato dai media nelle settimane precedenti, riguarda le fioriture di cianobatteri nel Ceresio. «Grida di allarme, per non dire di disperazione - si legge nel testo - si sono levate da più parti. Sindaci e amministratori comunali, gestori di campeggi, esponenti del mondo del turismo lacustre, da Agno a Caslano, da Paradiso a Melide e a Riva San Vitale hanno chiesto a gran voce un intervento del Cantone».
Il timore è che «questo fenomeno vada a impattare pesantemente (e sta già accadendo) sull’attrattività turistica del Ceresio attorno al quale ruotano lidi, campeggi, strutture alberghiere, eccetera». Sono state presentate richieste e «addirittura concrete idee per affrontare il problema nell’ottica di studiare il fenomeno e di ricercare possibili soluzioni. Stando agli esperti, il fenomeno pare sia in forte aumento dal 2020 a questa parte, complice il riscaldamento climatico. Esistono progetti e studi che potrebbero venire in aiuto per comprendere il fenomeno, la cui dinamica dipende però da lago a lago».
Esisterebbero anche metodi di azione «per cercare di contrastare il fenomeno sia all’origine, sia quando si presenta nella sua dimensione più ampia. I Comuni coinvolti hanno puntualmente informato la popolazione sui rischi per persone e animali legati a un contatto con questi batteri, in particolare con le tossine da essi rilasciate durante la fioritura. In alcuni casi sono stati emanati puntuali divieti di balneazione. Non è neppure chiaro quali siano gli effetti sull’ecosistema, anche se alcune foto sembrano testimoniare un certo influsso sulla fauna che popola le zone lacustri. Il Cantone, pur sollecitato da numerosi attori locali, sembra avere un atteggiamento attendista, come affermato da alcuni collaboratori cantonali, “in attesa che il fenomeno si dissolva grazie all’arrivo di precipitazioni e alla diminuzione delle temperature.” Ma questa situazione non può essere accettata».
Fatte queste premesse, i due deputati chiedono al «al Consiglio di Stato di avviare al più presto uno studio pilota che permetta di monitorare in loco il fenomeno e di assumere tutte le conoscenze necessarie scaturite da studi simili effettuati altrove, alfine di adottare tutte le possibili contromisure. Gli attori locali (comuni toccati, Lugano region, ente regionale di sviluppo, ecc.) dovranno essere sentiti e coinvolti».