«Ancora troppe vendette e ricatti, e si gioca sulla custodia dei figli», così Pietro Vanetti, presidente dell’associazione AGNA.
BELLINZONA - Nel 1970 erano stati 156 in tutto. Nel 2010 885. E nel 2022 686. Ma come sono, oggi, i divorzi made in Ticino? Ce lo spiega Pietro Vanetti, presidente dell’associazione AGNA, che dal 2005 offre un sostegno alle famiglie che affrontano separazione e divorzio favorendo i minori coinvolti.
«Divorzi e separazioni, nel nostro cantone, sono ancora molto conflittuali», premette. «All'origine dei diverbi, di norma, c’è un orgoglio ferito. La separazione viene considerata come un fallimento e a nessuno piace riconoscere i propri errori. È più facile, dunque, accusare l’altro. Da questo spesso nasce la volontà di vendicarsi e si arriva a ricatti come "se vuoi vedere i figli fai questo", oppure "se vuoi vedere i figli paga questo". Si gioca, dunque, «sulla custodia dei minori» e non mancano «forme di violenza psicologica e verbale».
Tra un fuoco e l'altro - I figli, di principio, «vogliono semplicemente avere l'attenzione di entrambi i genitori», prosegue Vanetti. Il fatto di non essere sotto lo stesso tetto non rappresenta, in genere, un grosso problema: «Viene sopportato meglio di quanto si possa immaginare, a patto che non ci sia animosità o un conflitto di lealtà. Capita infatti che si creino dinamiche in cui un genitore, volontariamente o involontariamente, condiziona negativamente i figli quando per loro è il momento di passare del tempo con l’altro genitore. Frasi come "mi lasciate qui da solo/a", oppure "lo sapete che il papà/la mamma è stato cattivo/a con me" possono portare all'alienazione parentale e creare loro una grande sofferenza, con ripercussioni fino in età adulta».
Per contrastare questi fattori di rischio l’associazione AGNA si batte per la custodia congiunta come principio base, ovvero alternata piuttosto che esclusiva con diritto di visita. Per il comitato AGNA «è infatti importante che l'onere per l'accudimento e il mantenimento a carico dei genitori sia equo: i tempi sono cambiati, così come il mondo del lavoro e gli schemi sociali».
Giù i muri - Secondo le stime di Vanetti, circa la metà delle coppie che divorziano non riescono a dialogare a un livello sufficiente. Questa metà può a sua volta essere divisa in due parti: «La prima, che rappresenta comunque una minoranza, comprende i casi limite in cui si riscontrano problemi psichici o di dipendenza e situazioni di disagio, che sono difficilissimi da gestire. La seconda è invece composta da persone che, sì, presentano problemi di dialogo ma, accompagnate come si deve, riescono in poco tempo a trovare una soluzione per eliminare i conflitti».
Ed è proprio per aiutare i genitori a raggiungere questo traguardo che l’associazione AGNA ha introdotto "Separazione collaborativa", un nuovo servizio organizzato in tre fasi che ha inizio con un incontro informativo volto a far conoscere gli aspetti legali e psicologici della separazione. «Durante le serate informative, con l'aiuto di un avvocato e di uno psicologo, vogliamo rendere gli ex coniugi più consapevoli di che cosa significa essere genitori separati e divorziati. Il secondo step, se lo desiderano, è assisterli nel calcolo di quelli che dovrebbero essere i rispettivi oneri sia in termini di tempo passato con i figli che di denaro. Su questa base possiamo infine stilare una convenzione concernente l’accudimento e la custodia dei figli, che verrà poi inserita nella convenzione globale di divorzio e sottoposta al pretore».
«No alle vendette» - A dare una grossa mano a chi vuole mettere fine al proprio matrimonio è poi l’avvocato divorzista, il quale a sua volta, quando necessario, fa il possibile per smorzare gli animi. «Cerco di fare in modo che si eviti di ridurre i diritti di visita a un coniuge solo per vendetta», ci dice l’avvocato Igor Bernasconi, che alle spalle ha oltre 20 anni di esperienza. «Questo perché alla fine sono i figli a soffrirne di più».
Per quanto concerne invece le varie tipologie di custodia, «negli ultimi anni quella alternata viene predisposta più spesso. Ma non è ancora lo standard». Già, «perché sovente si riscontra una conflittualità esasperata tra gli ex coniugi, che non riescono neanche a parlarsi. Questo può rappresentare un ostacolo per la custodia alternata, perché presuppone un minimo di capacità di comunicazione e dialogo». Sempre più di frequente, in ogni caso, «si prevedono diritti di visita molto estesi anche nel quadro della custodia esclusiva».
Cifre alla mano dal 2011 ad oggi i divorzi sono comunque calati in maniera significativa, a livello ticinese come a livello svizzero. «La tendenza è quella di sposarsi di meno, e c’è chi si ferma alla separazione senza mai divorziare», commenta Bernasconi. Non necessariamente, però, i matrimoni si rivelano più duraturi. «Vedo coppie che divorziano dopo un anno e altre dopo 30. Ma il periodo tra il quinto e il dodicesimo anno di matrimonio è quello più critico».
L'associazione AGNA ha già tenuto due incontri informativi a Lugano e Mendrisio. I prossimi, per i quali sono aperte le iscrizioni, sono fissati per martedì 5 marzo alla CPT di Locarno e per lunedì 11 marzo a Palazzo Civico a Bellinzona.