Nuovi interrogativi sull'incidente del direttore del Dipartimento delle istituzioni.
Quella sera sarebbero intervenuti anche i piani alti della polizia.
BELLINZONA - Perché l'auto di Norman Gobbi è stata portata oltre Gottardo dopo l'incidente dello scorso 13 novembre? Stando a fonti di tio.ch, un garage di Airolo l'avrebbe spostata nel canton Uri. La macchina qualche giorno dopo sarebbe tornata indietro. Non si sa se riparata o meno. Il trambusto sugli strani movimenti della vettura non calma di certo le acque attorno alla posizione del direttore del Dipartimento delle istituzioni.
Quella sera per quanto capitato sull'autostrada A2 nella zona dell'area di servizio di Stalvedro, in direzione nord, si sarebbero mosse persone che solitamente non si muovono per un incidente banale come quello occorso a Gobbi. Non solo i due agenti giunti sul posto per la classica constatazione. Sarebbero stati interpellati anche interlocutori dei piani alti della polizia. Perché? Ad allertarli sarebbe stato lo stesso Gobbi. Ma anche con questa precisazione, la domanda resta la stessa.
In fondo si trattava di un semplice tamponamento. Banale e comune. E a tal proposito ci si chiede come mai nei rapporti di polizia si parli solo dell'auto germanica guidata da un uomo di origini tunisine. Una persona che sarebbe stata lasciata andare quasi subito la constatazione svolta dagli agenti.
Nel frattempo Gobbi quella sera si sarebbe sottoposto per due volte al test dell'alcolemia. Spunta però una nuova tempistica. E lo stimolo arriva da una lettera anonima inviata ai media e al Ministero Pubblico. Il condizionale, visto che la lettera non è firmata (a scriverla sarebbe stato personale interno alla Polizia), è più che d'obbligo. Il primo test dell'alcol sarebbe stato eseguito dopo due ore dal sinistro. Il secondo test dopo ben quattro ore. Senza contemporaneamente sottoporre il Consigliere di Stato all’esame del sangue.
L'avvocato Renzo Galfetti, legale di Norman Gobbi, ha preso posizione sui particolari descritti nell'articolo, definendo la ricostruzione dei fatti «totalmente falsa», «non verificata e frutto in parte di lettere anonime».