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LUGANOAbusi e Chiesa: «In un anno 15 segnalazioni»

13.09.24 - 06:30
Un primo bilancio con la Diocesi di Lugano a un anno dalla pubblicazione dello studio sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica svizzera.
TiPress
Abusi e Chiesa: «In un anno 15 segnalazioni»
Un primo bilancio con la Diocesi di Lugano a un anno dalla pubblicazione dello studio sugli abusi sessuali nella Chiesa cattolica svizzera.

LUGANO - Un anno fa, 12 settembre 2023, la pubblicazione dello studio dell'Università di Zurigo sulla storia degli abusi sessuali nella Chiesa scuoteva la comunità cattolica svizzera. L'onda d'urto non ha risparmiato neppure il Ticino e la Diocesi di Lugano.

Ma andiamo con ordine. Il rapporto, commissionato dalla stessa Conferenza dei vescovi svizzeri, dall’Unione dei superiori maggiori degli ordini religiosi (KOVOS) e dalla Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ), aveva registrato 1'002 casi di abusi sessuali che hanno coinvolto 921 vittime e 510 autori tra il 1950 e il 2022. Un anno dopo, secondo i dati raccolti dai giornalisti romandi di cath.ch, il numero di segnalazioni di abusi sessuali in Svizzera dal 1950 a oggi è salito di almeno altri 273 casi.

15 segnalazioni in un anno - Un bilancio insomma per niente semplice. «Sicuramente, il fatto che diverse persone vittime si siano fatte avanti è un segno importante», ci ha spiegato la Diocesi di Lugano. «Al riguardo, però, ricordiamo la determinazione della Chiesa locale e universale nel far emergere ogni abuso e di accompagnare e sostenere chi lo avesse subito: tale determinazione la riaffermiamo qui con forza, unitamente alla volontà di continuare a operare anche sul piano della prevenzione».

Proprio in merito alla prevenzione, «da questo settembre riprendono gli aggiornamenti obbligatori con i corsi organizzati dalla Fondazione della Svizzera italiana per l’Aiuto, il Sostegno e la Protezione dell’Infanzia ASPI, che coinvolgeranno indistintamente tutti i Presbiteri della Diocesi».

Solo la punta dell'iceberg? - A seguito della pubblicazione del rapporto e all’invito alle vittime a voler segnalare gli abusi, «nella Diocesi di Lugano abbiamo avuto circa una quindicina segnalazioni. Non sappiamo, tuttavia, quante segnalazioni siano giunte al Servizio per l'aiuto alle vittime di reati (Servizio LAV) del Cantone».

Alla presentazione dei dati lo scorso settembre gli studiosi di Zurigo hanno evidenziato la profondità del fenomeno assicurando che si trattasse solo della "punta dell'iceberg". «Riteniamo che sia ancora prematuro esprimersi. All'inizio di gennaio 2024, il team di ricerca dell'Università di Zurigo ha iniziato a lavorare su ulteriori ricerche sugli abusi sessuali all'interno della Chiesa cattolica romana in Svizzera e i risultati saranno presentati nel 2027. Solo allora sarà possibile presentare un bilancio concreto».

Le ombre sugli archivi - Il rapporto puntava il dito contro l'archivio della Diocesi di Lugano, accusata di aver distrutto dei documenti sensibili tra la metà e la fine degli anni Novanta. «Anche in questo caso, bisognerà aspettare la conclusione della ricerca scientifica e rielaborazione degli abusi sessuali nell’ambito della Chiesa cattolica in Svizzera. Da parte nostra, prosegue il grande lavoro di riordino, che come annunciato un anno fa conta dell’aiuto di una nuova collaboratrice».

L'invito, in conclusione, è quello di farsi avanti per segnalare gli abusi, «non solo al Vescovo o alla Commissione di esperti in caso di abusi sessuali in ambito ecclesiale, ma anche a enti esterni alla Chiesa come il servizio LAV». Inoltre, nelle prossime settimane diventerà ufficialmente operativo il gruppo di ascolto e aiuto alle vittime: «Una realtà che finora in Ticino non c’era. L’augurio è che questa realtà, totalmente indipendente dalla Chiesa, possa dare un supporto concreto ulteriore a chi ancora fatica a denunciare».

L'obbligo di denuncia - Bocche cucite invece per quanto riguarda l'ultimo caso di abusi, emerso lo scorso mese di agosto, che ha coinvolto il cappellano e docente del Collegio Papio Don Rolando Leo. «Su questo argomento non entriamo in materia, sia perché l’indagine è ancora in corso e sia perché all’invocato “obbligo di denuncia” spetta dare una risposta al Governo cantonale. Resta il fatto, che all’interno della Chiesa cattolica in Svizzera è già previsto un obbligo di denuncia (si veda art. 5.3. della direttiva "Abusi sessuali in ambito ecclesiale, Direttive della Conferenza dei Vescovi svizzeri e dell’Unione dei Superiori maggiori religiosi della Svizzera")».

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