Pista di ghiaccio distrutta: Stefano Zoppi, presidente della locale società di pattinaggio, è preoccupatissimo per il futuro. Il video.
PRATO SORNICO (LAVIZZARA) - Il tributo che l'Alta Vallemaggia ha dovuto pagare in seguito al disastro meteorologico di fine giugno è pesantissimo. In termini di vite umane, con otto persone scomparse. In termini di attività e abitazioni distrutte. E anche in termini di socialità. La pista di ghiaccio di Prato Sornico (Lavizzara) ne è l'emblema. Acqua e detriti l'hanno sventrata. Distrutta. Stefano Zoppi, presidente della Società pattinaggio Lavizzara, è preoccupatissimo in ottica futura.
Presidente, viene a mancare un importante punto di ritrovo. Di aggregazione.
«È così. La pista non radunava solo i circa duecento tesserati del club. Ma anche famiglie, simpatizzanti, semplici residenti della regione che si ritrovavano alla buvette per scambiare quattro chiacchiere».
Come vede il prossimo inverno?
«Duro. Complicato. La vita sociale della Lavizzara soffrirà tantissimo. Sentiremo la mancanza della pista. Ben al di là degli aspetti sportivi».
A proposito: i vostri atleti stanno girando un po' tutto il Ticino per allenarsi.
«Stanno facendo sacrifici enormi. Non è facile. C'è chi deve percorrere magari cinquanta chilometri solo per allenarsi un paio d'ore. Abbiamo raccolto 80'000 franchi per coprire i costi per i prossimi mesi. Ma non è evidente. I singoli devono fare i salti mortali. Così come le famiglie».
C'è stato chi ha gettato la spugna?
«Sì. Alcuni sì. E ci dispiace. La sfida è quella di frenare l'emorragia di sportivi. La passione potrebbe sfumare di fronte alle difficoltà logistiche o legate agli spostamenti».
Cosa servirebbe per mantenere alta una certa motivazione?
«Garanzie. Da parte delle autorità in particolare. Non sappiamo ancora se la pista si rifarà. Sono state dette tante cose. Ma non ci sono certezze. Ed è importante che la pista resti in Lavizzara. Perché altrimenti il colpo per la valle sarebbe tremendo».
In che modo le garanzie vi farebbero respirare?
«Dal momento in cui si sa che c'è una certa prospettiva, è anche più facile stringere i denti. A quel punto tu sai che fai degli sforzi in vista di una rinascita. La vita sociale delle valli va preservata. Chi ci tiene davvero adesso ha la possibilità di dimostrarlo coi fatti».