Accolto l’appello dell’EOC. Rinviata la causa al tribunale di prima istanza, «che provvederà a rinviare l’accusa al pubblico ministero, affinché la rettifichi e/o la completi»
BELLINZONA – La Corte di appello e di revisione penale ha accolto l'appello dell'Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) contro la sentenza di prima istanza nel processo per il contagio da epatite C avvenuto all’Ospedale Civico di Lugano nel 2013 (sentenza pronunciata il 21 novembre 2016 dalla Pretura penale di Bellinzona).
La Corte di appello e di revisione penale ha deciso di annullare la sentenza di primo grado e di rinviare la causa al tribunale di prima istanza, «che provvederà a rinviare l’accusa al pubblico ministero, affinché la rettifichi e/o la completi», per procedere in seguito «a un nuovo giudizio motivato in modo conforme ai dettami del Codice di procedura penale».
La Corte, visto l’esito del procedimento, ha pure deciso di porre integralmente a carico dello Stato gli oneri processuali per la procedura di appello, così come la tassa di giustizia relativa alla procedura di primo grado.
Ricordiamo che quattro pazienti – nel frattempo tutti guariti – erano stati contagiati dal virus dell’epatite C nell’ambito delle procedure preparatorie per un esame di tomografia assiale computerizzata, nel Servizio di radiologia dell’Ospedale Regionale di Lugano. Secondo l’accusa, la mancata identificazione della persona responsabile della manipolazione errata era dovuta ad una carente organizzazione interna.
Sul piano civile, l’EOC si è subito assunto le proprie responsabilità, mettendo a disposizione di tutti i pazienti coinvolti il sostegno necessario.