Maurizio Tamagni rassicura sul danno causato dal sacerdote alla fondazione: «Non ne preclude l'attività».
Quindi assicura: «Prenderemo presto una posizione ufficiale».
LUGANO - «Il danno causato alla fondazione è minimo e non ne preclude l’attività». Così Maurizio Tamagni in merito all’incriminazione del fratello, Don Samuele Tamagni, vicepresidente della Fondazione Damiano Tamagni.
Il sacerdote, come noto, si è auto costituito negli scorsi giorni. Sul suo conto pesano le accuse di appropriazione indebita, riciclaggio e truffa proprio ai danni della suddetta fondazione oltre che della parrocchia.
Il consiglio di fondazione si riunirà la settimana prossima per prendere una posizione ufficiale. «Siamo sorpresi come tutti e imbarazzati da questa triste vicenda di debolezza umana e al momento non abbiamo niente da aggiungere», conclude Maurizio Tamagni, attualmente all’estero e «non reperibile».
Don Samuele Tamagni è lo zio di Damiano Tamagni, il giovane ucciso a seguito di un pestaggio durante la Stranociada del febbraio 2008.