Pronta una mozione per dare una spinta alla regolamentazione della droga leggera
BELLINZONA - Sono ancora senza risposta le tredici domande sulla canapa che lo scorso ottobre ben 34 granconsiglieri di otto differenti formazioni politiche, con primo firmatario Fabio Käppeli (Plr), hanno sottoposto al Governo ticinese. Nel frattempo il Comitato interpartitico per la regolamentazione della cannabis (Circa) è allora pronto al passo successivo: una mozione per chiedere l’istituzione di una commissione ad hoc per l’allestimento di un progetto pilota che permetta di sperimentare la regolamentazione per un periodo di tre-cinque anni.
«Riteniamo che siano gli esperti di sostanze psicoattive e i professionisti che quotidianamente sono a contatto con la problematica cannabis a dove dire se la proibizione vigente sia davvero la miglior soluzione» ci dice Sinue Bernasconi, portavoce del Circa. E aggiunge: «Ci vuole un approccio pragmatico che permetta di trovare la migliore soluzione per i consumatori e per la società nel suo complesso».
Ma cosa porterebbe la regolamentazione della canapa? Il Circa ritiene, da una parte, che il progetto possa fornire all’apparato repressivo-giudiziario un quadro legale che non vanifichi i suoi ingenti sforzi, mettendo alle strette il crimine organizzato e sottraendogli gli introiti derivanti da questa droga leggera (quasi un miliardo di franchi in Svizzera). Dall’altra si parla di monitoraggio scientifico dell’impatto della regolamentazione su salute pubblica, vivibilità di quartieri e luoghi pubblici sensibili, nonché sul mondo dello spaccio e sul comportamento dei consumatori.
Secondo il Circa, la regolamentazione permetterebbe inoltre soltanto in Ticino la creazione potenziale di 318 posti di lavoro diretti e 1’275 indiretti. E si stima anche un indotto di 7-9 milioni di franchi per le assicurazioni sociali e di 15-21 milioni di franchi per l’erario.
Nel frattempo il Circa sta pure guardando oltre San Gottardo: il comitato sta infatti valutando eventuali sinergie a livello federale. L’intenzione del comitato è di proporre ai promotori di “Legalize it” una “regolamentazione light”, ossia a tempo determinato (3-5 anni). «Al termine del progetto si potranno tirare le somme e decidere quale sia la legislazione più opportuna in materia di canapa e derivati».