Sergio Morisoli e Paolo Pamini, contrari alla riforma scolastica, propongono due emendamenti nel caso il Parlamento decida di accordare il credito
BELLINZONA - Settimana prossima, il Gran Consiglio sarà chiamato a decidere se concedere o meno il credito per avviare la sperimentazione del progetto di riforma del sistema scolastico ticinese “La scuola che verrà”.
In vista del dibattito, i deputati de La Destra Sergio Morisoli - relatore del rapporto di minoranza - e Paolo Pamini hanno presentato due emendamenti, per fissare alcuni paletti nel caso il Parlamento decida di accogliere il rapporto di maggioranza, favorevole al progetto.
Gli emendamenti - In sostanza, se la sperimentazione sarà approvata, Morisoli chiede di formalizzare legalmente nel decreto che il dossier relativo alla riforma scolastica non potrà essere congelato o abbandonato dalla Commissione scolastica ma che, al contrario, si dovrà in parallelo avviare un «cantiere» prendendo in considerazione tutta la documentazione presente sul tavolo della Commissione.
Il nuovo capoverso proposto da Pamini chiede invece di precisare nel decreto, al fine di «salvaguardare l'autorevolezza e l'efficacia della sperimentazione», di sottoporre a priori al Gran Consiglio un piano che stabilisca precise regole per la conduzione e il monitoraggio della stessa.
Credito rivisto - Il rapporto di maggioranza, lo ricordiamo, chiede di concedere un credito “rivisto” di 6,73 milioni di franchi - 5,31 milioni chiesti nel messaggio governativo al quale si sommano 1,27 milioni per una quarta sede sperimentale e 150mila franchi per la valutazione esterna - a favore della sperimentazione.