Il Movimento per il socialismo tuona contro la decisione degli organi direttivi dell'aeroporto e anche contro Zali
LUGANO - Il Movimento per il socialismo (Mps) usa toni durissimi per condannare la decisione odierna di Direzione e Cda di Lugano Airport SA (LASA), ovvero che ai dipendenti sarà inviata «a breve» una «disdetta cautelativa valida per la fine di aprile 2020».
«Si tratta di uno vero e proprio atteggiamento ricattatorio: che dimostra, qualora fosse necessario, di quale pasta “democratica” siano fatti i vari Borradori, Zali, Paglia e soci che rappresentano i partiti di governo (e di Municipio). Non sfugge a nessuno la logica ricattatoria di questo annuncio, ammantata da un risibile riferimento alle disposizioni di legge» tuona l'Mps. «È evidente che gli organi direttivi di LASA tentano con questa mossa d'influenzare in modo pesante la votazione del prossimo aprile, cercando di diffondere l’idea che, se il referendum fosse respinto e le misure di rilancio fossero approvate, si salverebbero tutti i 74 posti di lavoro dello scalo».
Secondo il Movimento per il socialismo «si tratta di una grossolana menzogna poiché le ipotesi formulate di privatizzazione dello scalo, proprio da coloro che si oppongono al referendum, parlano, al massimo di una ventina di posti di lavoro, naturalmente a condizioni peggiori, più flessibili, etc. come d’altronde si indica già nel messaggio municipale (non a caso si parla
di “ridefinizione del contratto collettivo di lavoro secondo una linea più flessibile”)».
Ce n'è pure per il Consigliere di Stato Claudio Zali, «il quale mostra il proprio totale disprezzo per i salariati dell’aeroporto i quali, secondo lui, non meritano nemmeno che venga allestito un piano sociale. Un piano che, invece, noi riteniamo debba essere realizzato proprio utilizzando (e ne basterebbe una minima parte) quel fiume di denaro pubblico che Zali e banda vorrebbero destinare all’ennesimo inutile salvataggio di una struttura che la storia e l’economia hanno già condannato. Un piano che dovrebbe avere l’obiettivo di ricollocare i lavoratori e le lavoratrici attualmente in forza presso LASA (e in questo senso abbiamo formulato, da parecchi mesi, una mozione al Consiglio di Stato)».